La Telegrafia Commerciale, parte integrante della telegrafia Ufficiale non esiste più, è  

stata  bandita da tutte le attività moderne.

 

Ne parliamo per cercare di ricostruire un mestiere, un pezzo di Storia,  e poi per

ricordare e  tramandare alle nuove generazioni.

 

La Telegrafia oltre a salvare vite umane, come tutti sappiamo o dovremmo, era largamente  impiegata anche nelle  attività commerciali.

 

 

UN PO'  DI STORIA

Lo Stato Sabaudo decretò che nel Regno di Sardegna fosse prerogativa dello Stato

esercitare la privativa postale. Detta normativa venne poi trasferita anche al Regno d'Italia.

 

La nuova tecnologia del Servizio telegrafico cadde sotto la privativa dello Stato come lo fu, in seguito, per il telefono, il radiotelefono e, molti anni dopo, la radio.

 

Con la telegrafia elettrica nacque il telegrafo di tipo moderno e dopo, con la diffusione del telefono, il messaggio venne anticipato per telefono e trascritto su modulo telegrafico e inviato con la posta ordinaria.

Lo sviluppo dei servizi telegrafo-elettrici in Italia seguì nei primi anni lo sviluppo 
della ferrovia anche perchè era agevole installare  una serie di pali portafili lungo le

rotaie facilmente controllabili dal treno.


All'atto della nascita dello Stato Italiano, sul territorio esistevano una decina di servizi telegrafici diversi, prevalentemente gestiti dalle ferrovie degli Antichi Stati per i motivi sopraccennati. Lo stato pretese che tutti i servizi telegrafici fossero interconnessi, creando le premesse di un sistema unitario.

 

Nel  1906 furono create le Ferrovie dello Stato che inglobò  la maggior parte delle ferrovie italiane lasciando  alcuni tronconi ai  privati che rimasero obbligatoriamente collegati con i Telegrafi di Stato per prestare servizio civile.

 

Come per il servizio postale anche i telegrafi elettrici  vennero messi inizialmente sotto l'amministrazione dei lavori pubblici come "Telegrafi dello Stato"  in settori separati; successivamente, dal 1889 vennero riuniti creando un ministero apposito che prese il nome di Ministero delle Poste e dei Telegrafi.

 

Nel 1881, venne istituito il servizio telefonico che usava gli stessi fili del telegrafo, la gestione fu data in concessione ai privati. Il  sistema telegrafico nazionale venne strutturato con linee adeguate e apparati ricetrasmittenti dislocati in modo capillare su tutto il territorio.


I due enti integrati (poste e telegrafi) ebbero anche servizi con punti in comune, infatti era possibile spedire un telegramma dagli uffici postali che non erano attrezzati telegraficamente, facendo inviare il testo scritto su apposito modulo all'ufficio telegrafico più vicino in busta aperta raccomandata e con etichetta rosa di servizio. Il dovuto era pagato con francobolli applicati al modulo inviato per la trasmissione e annullati dall'ufficio di partenza.

 

Se il destinatario era residente in località sprovvista di telegrafo veniva usata la

procedura inversa, dalla stazione telegrafica ricevente vicinale al destinatario, il testo captato gli veniva  inviato con una raccomandata. Dopo qualche tempo il

modulo postale fu inviato con il servizio espresso. Successivamente la parte del

sistema che richiedeva il trasporto postale del cartaceo fra una stazione telegrafica, il mittente e il destinatario, venne sostituita dal servizio telefonico e fu possibile inviare telegrammi dal telefono di casa e ricevere via telefono l'anticipazione del testo.

 

La trasmissione telegrafica  poteva essere effettuata con ogni tempo, di notte e con rete dei fili di rame sulle grandi distanze.

Ciò nonostante per oltre mezzo secolo  il telegrafo elettrico (elettrico per distinguerlo dal radiotelegrafo  senza fili che venne dopo) dominò incontrastato.

 

Vennero posate linee che attraversarono l'oceano Atlantico per il collegamento con le Americhe.


Il primo cavo telegrafico che attraversò l'Atlantico ad opera dell'Italcable fu per

collegare l'Italia all'Argentina, sapendo che il grande numero di italiani emigrati laggiù avrebbe dato luogo ad un intenso traffico, sia privato che commerciale in quanto la corrispondenza per nave impiegava circa un mese e il collegamento aereo.

 

Il cavo fu steso tra l'Italia e l'Argentina nei primissimi anni "20 del Novecento, partendo da Anzio (Roma) passando per Barcellona, Malaga, Le Canarie , Capo Verde, Rio de Janeiro, Montevideo e Buenos Aires; successivamente fu inaugurato in data 16 Marzo 1925 il collegamento tra Roma e New York passando dalle isole Azzorre.

Inizialmente l'affermarsi e il potenziarsi della rete radiotelegrafica fu dovuta alle necessità della Regia Marina per le comunicazioni con le navi in missione; il sistema era molto efficiente e realizzato attraverso i centri di ascolto e trasmissione di Roma Centocelle e Roma Monterotondo , cui seguì nel  1906  la  stazione radiotelegrafica nella tenuta reale di Coltano vicino  Pisa assicurando un servizio efficiente per tutta la guerra "15 "18.


Nel  1921 la stazione di Coltano venne ammodernata divenendo uno dei più

 

importanti centri europei per le comunicazioni intercontinentali  divenendo  famosa come Coltanoradio della società ITALO RADIO.

Nel 1927 l’esercizio delle stazioni radiotrasmittenti mobili a bordo delle navi

commerciali e passeggeri venne dato in concessione alla Società Italiana

Radiomarittima.


La  radiotelegrafia si affermò per la capacità di trasmissione in assenza di cavi, questa tecnica era utilizzata dalle società RADIO MARITTIMA e ITALO RADIO. 

 

L'Italcable invece continuò ad inviare cablogrammi verso le Americhe) con la

 

"vecchia" tecnologia di trasmissioni via cavo sottomarino e occupandosi  anche del servizio telefonico vocale via cavo, in seguito usato anche per il servizio telegrafico trasformato dagli operatori in copia scritta ed inviato a destino come telegramma a mezzo fattorini.


Questi servizi diretti erano utilizzati per le grandi comunicazioni fra i centri cittadini

sedi di agenzie Italcable e Italoradio, per le altre località l'inoltro veniva effettuato tramite il servizio postale in busta affrancata.

 

Il  radiotelegrafo ebbe anche applicazione fra dirigibili e aerei ad uso commerciale e militare.

 

Si ebbero alcune interazioni fra il servizio telegrammi ed il servizio telefonico, una di queste fu la possibilità, negli anni 1930 , di far consegnare con il servizio telegrafico un messaggio telefonico a chi era sprovvisto di telefono attraverso il Servizio delle Commissioni telefoniche. Negli anni "50 si potè  usufruire del servizio "Fonotel" reso dalle agenzie postali munite di telefono pubblico, oppure dai posti telefonici pubblici,  tabaccai e locali pubblici vari, il servizio era a costo fisso per un massimo di sedici parole trascritte su modello telegrafico Mod.25.

Nel 1930 si sviluppò un tipo di telegrafia pubblica realizzata "in radio" tra i mezzi di trasporto in movimento e tra la terra ferma e le navi. Si ebbero così il "Telegramma-treno" con il testo inviabile dai treni in movimento e il

"Marconigramma" inviabile tra navi in navigazione e tra bordo e terra e la "lettera

radiomarittima" tra nave estera e ricezione dai posti di ascolto costiero nazionale. Il

Telegramma con tariffa posta ordinaria dalla stazione telegrafica più vicina al destinatario.

 

 

 

Anche il servizio telegrafico come il servizio postale era sottoposto alla prerogativa

statale dell'esclusività della raccolta e distribuzione delle notizie, la cosidetta

"privativa"; era però prevista la possibilità di concedere licenze a privati, in settori che l'Amministrazione Postale non voleva o non poteva (per questioni economiche)

impegnarsi nel servizio.

 

Le licenze concesse per tale servizio furono, due (le più importanti), in ambiti diversi al passo con le tecnologie del periodo e sviluppate in diversi periodi di applicazione; in particolare: il telegrafo elettrico (via filo) e il radiotelegrafo (via etere).

 

Le due società private licenzatarie ebbero la possibilità (o l'obbligo ?) di  connettersi eintegrarsi fra loro e alla rete nazionale statale sviluppando servizi analoghi su aree diverse. Durante la seconda guerra mondiale le due società vennero fuse nella Italcable.

 

ITALCABLE (nata nel 1921) posò propri cavi telegrafici per il sud-america e si collegò a cavi esistenti alle Azzorre per l'America del Nord, poi completò la connessione e la posa di una rete di cavi con il nord-europa.

 

L'ITALCABLE gestiva quindi le comunicazioni con le americhe e l'Europa continentale inviando i cablogrammi con la tecnologia di trasmissioni via cavo e si occupava anche del servizio telefonico vocale via cavo; mentre la società RADIO MARITTIMA (nata nel 1927) poi diventata ITALO RADIO fu la società che gestiva il servizio telegrafico via radio dall'Italia verso le navi in navigazione e verso l'Africa e verso i paesi situati ad oriente, vicino ed estremo.

 

Questi servizi erano utilizzati fra i nodi telegrafici sedi delle agenzie del servizio, ne

era asclusa l'ultima parte del tragitto che solitamente era effettuata tramite il

servizio postale (o a mezzo degli uffici telegrafici dello Stato) in busta affrancata se

inoltrato fuori distretto in località senza ufficio telegrafico delle suddette agenzie

(successivamente il testo venne trasmesso via telefono quando, e se possibile) giacchè le stazioni di ricevimento sia di Italcable che di Radiomarittima (o Italoradio) non erano diffuse capillarmente su tutto il territorio nazionale ma erano localizzate nelle città principali o in stazioni di ascolto costiere (Genova, Napoli, Trieste, ecc) per il servizio effettuato via radio.


Per ambedue i servizi (Italcable o Italoradio) con agenzie di ricezione vicine al  

destinatario la consegna era simile; dopo la ricezione nelle stazioni di raccolta erano

trascritti su modulo telegrafico consegnati direttamente se il destinatario era domiciliato nella stessa località, altrimenti il messaggio era ritrasmesso al servizio telegrafico dello stato per l'inoltro, oppure inviato tramite servizio postale: l'una con la definizione di LETTERA RADIOMARITTIMA, mentre l'altra in buste di consegna tipiche marcate ITALCABLE e affrancate in posta ordinaria.

 

Un'altra possibilità si ebbe negli anni "30 del novecento, di far consegnare con il servizio telegrafico un messaggio telefonico a chi era sprovvisto di telefono. Il servizio denominato Servizio delle Commissioni telefoniche, era effettuato al Nord Italia dalla società S.T.I.P.E.L. (Servizi Telefonici Interregionali Piemonte e Lombardia), il servizio si basava sulla comunicazione telefonica tra abbonati al

telefono e gli operatori della Stipel i quali comunicavano agli uffici telegrafici il testo, i quali si limitavano a trascrivere su carta il messaggio e a recapitarlo per mezzo dei fattorini del servizio telegrafico.

 

Questa possibilità di trasmissione era limitata agli abbonati del telefono privati e ai Posti Telefonici Pubblici (con addebito del servizio) che inoltravano le comunicazioni ad altri posti telefonici pubblici di destinazione tramite operatori manuali (centralinisti).

 

 

 

 

Un'altra si ebbe negli anni "50 con la possibilità di usufruire del servizio "Fonotel"

(vedi a lato) era una modalità di utilizzo possibile sia presso le agenzie postali munite di telefono o presso i posti telefonici pubblici; in questo caso il servizio era a costo fisso fino ad un massimo di sedici parole trascritte su modello telegrafico Mod.25. Il suo costo era soddisfatto con l'applicazione di francobolli sullo stesso Mod.25. che erano semiannullati e personalizzati con il nominativo lineare

dell'ufficio postale di partenza, il testo era immediatamente telefonato ai centri

telegrafici abilitati per il servizio di trasmissione; il modello Mod.25 riportante la

cifra pagata in francobolli, era poi spedito al centro che aveva effettuato la trasmissione per il controllo e i francobolli definitivamente annullati con bollo a data variabile del centro che aveva effettuata la trasmissione.

Oppure il testo poteva essere telefonato da abbonato al telefono che successivamente riceveva in franchigia il testo inviato su Mod. 25 Fono B. Il testo ricevuto dal terminale a destino P.T. (Posto Telefonico ?) o nella stazione P.T. più vicina era trasformato in telegramma su carta Mod. 30 Fonotel parte A e

recapitato a destino.

 

Non si può dimenticare che il telegrafo ebbe anche una applicazione fra aeronavi (dirigibili) e gli aerei ad uso commerciale e militare.


Una branca speciale della radiotelegrafia per il grande pubblico si era sviluppata negli anni trenta del novecento; è stata la telegrafia realizzata "in radio" tra i mezzi di trasporto in movimento e tra la terra e i mezzi in navigazione; così si ebbero il "Telegramma-treno" con il testo inviabile dai treni in movimento e il "Marconigramma" inviabile tra navi in navigazione e tra bordo e terra e la "Lettera Radiomarittima" tra nave estera e ricezione dai posti di ascolto costiero nazionale

(il testo intercettato, era inviato su modulo telegrafico per posta in busta affrancata in posta ordinaria, dalla stazione telegrafica più vicina al destinatario).

 

"Lettera Radiomarittima" era il servizio di comunicazione tra le stazioni telegrafiche di radio-ascolto costiero italiane e le navi in navigazione (anche oceanica): il testo

radiotelegrafico trasmesso di notte era intercettato dalle basi costiere di ascolto e

ritrasmesso alla stazione telegrafica più vicina all'indirizzo del destinatario. Questo secondo ufficio trascriveva su modulo telegrafico il testo ed inviava il messaggio per posta ordinaria in busta affrancata (anche per espresso ?).

 

Naturalmente il mittente aveva già pagato il testo telegrafico più l'importo per l'invio postale dall'ufficio radiotelegrafico finale al destinatario.

 

Sembra che i Radiotelegrafisti italiani siano stati migliori di quelli di altra nazionalità,

tant'è  che alla fine della seconda guerra mondiale, ripresero i traffici del naviglio

mercantile italiano e le Compagnie che gestivano il traffico radioelettrico sulle navi essendo sotto organico con il  personale RT assunsero molti elementi provenienti dalla ex Regia Marina  dopo aver ottenuto il brevetto civile.

 

In quegli anni la telegrafia commerciale conobbe un periodo di grande popolarità in

quanto le compagnie marittime dettero un grande impulso ai traffici che si svolgevano per mare senza considerare i viaggi Intercontinentali con i transatlantici. Poi venne il declino del Servizio di linea marittima ed il disarmo dei transatlantici intercontinentali.

 

Vari motivi ne decretarono la fine quali la crisi petrolifera e l'adeguamento del trasporto alla vita moderna abbreviando il tempo perso per i viaggi sostituiti da quelli di linea aerea.

In Europa i governi si facevano carico dello sviluppo delle reti telegrafiche, ma alla fine  del XIX secolo una grossa parte delle comunicazioni erano di carattere privato. Venivano utilizzate dagli operatori di Borsa, per scambiarsi informazioni sull’andamento dei prezzi e dei titoli, dai giornali per trasmettere rapidamente le notizie ai redattori, dalle linee ferroviarie per migliorare la comunicazione fra le varie stazioni. Lo sviluppo del telegrafo accompagnò il boom del trasporto ferroviario.

 

Il traffico telegrafico relativo alla comunicazione familiare rimase invece una parte minoritaria del totale dei messaggi inviati. Il telegrafo venne utilizzato cento anni fa soprattutto nell’ambito lavorativo e commerciale. Questa realtà venne  rafforzata

anche dall’idea che le tecnologie elettriche non erano alla portata di tutti, ma che il loro uso doveva essere riservato agli “esperti”, escludendo con ciò i gruppi sociali più umili come i contadini, gli stranieri e le donne. In particolare per le donne “oneste” l’ignoranza tecnica era  considerata una virtù che gli uomini avevano il compito di preservare.