La descrizione della manipolazione del tasto verticale, del bug e, non ultimo, del tasto automatico,  ha richiesto un flusso di notizie non indifferente vista la complessità e la vastità degli argomenti correlati al loro uso.

 

Cosa diversa è invece la descrizione della manipolazione del tasto HST single lever.

 

Per il suo uso c’è relativamente poco da dire mentre un suo tratteggio, con dovizia di particolari, è stato fatto in altra sede del sito parlando del tasto HST.

 

Forse rappresenta realmente l’ultima frontiera del cw, l’ultimo avamposto, ma sicuramente questo tipo di tasto è  il punto di arrivo per l’operatore a cui piace la velocità, ed è il punto di partenza per sperimentare nuove emozioni, nuove prestazioni per raggiungere questa nuova frontiera.

 

L’HST è un tasto rivoluzionario che ha abbandonato i concetti legati al dual paddle: ha eliminato una paletta, il sistema IAMBIC e lo SQUEEZE che da sempre hanno accompagnato i tasti automatici, ma in compenso ha guadagnato moltissimo.

 

Qui non si parlerà del tasto HST in quanto se ne è parlato con dovizia di particolari in altra sede, ma della sua manipolazione.

 

Sono in possesso di questo tipo di tasto da meno di un anno e tutto quello che dirò circa il suo utilizzo è dovuto unicamente a seguito dell’uso personale, quindi esperienza diretta.

 

Naturalmente è solo la “mia esperienza”, sensazioni e quindi  suggerimenti, consigli.

 

Nessun tentativo di insegnare qualcosa essendo questo  compito dei veri insegnanti.

 

Se oggi la comunità dei Radiotelegrafisti dispone di uno strumento all’avanguardia, che ha da tempo travalicato i confini del nostro Paese, lo deve sicuramente alla genialità di un costruttore di tasti Made in Italy I2RTF Pietro Begali.

 

Circa un anno fa, preso dall’entusiasmo per questo strumento, telefonai a Piero e gli chiesi di portarmi l’HST a Roma in occasione del Meeting INORC 2010 che si sarebbe svolto dopo due giorni perché attendere l’arrivo per posta mi scoraggiava.

 

Appena rientrato nella mia stazione con il tasto, non vedendo l’ora di farlo funzionare ,immediatamente preparai un cavetto e sistemai il cablaggio.

 

Un disastro, mi sembrava di manipolare per la prima volta. Poi, dopo un congruo periodo di training, di apprendimento, la situazione   cambiò totalmente.

 

Nessun innesco Iambic, apparentemente nessuno squeeze, un tasto duro, nessun errore tollerato, qualsiasi incertezza amplificata, un settaggio precario vista la risposta incerta e molto altro ancora.

Totale assenza dei contatti per evitare all’operatore qualsiasi falsa pigiata dovuta anche alla presenza di polvere, ossidazione ecc.,  mentre la chiusura del circuito è affidata ad un sistema di punte in acciaio temperato che picchia contro una rondella in acciaio inox, ciascuna nei due lati della leva, un sistema di richiamo vicinissimo ai contatti, come da manuale, situato più in basso rispetto al piano di scorrimento della leva ma  perfettamente in asse con i contatti.

 

 

 

 

NELL’IMMAGINE SONO EVIDENZIATI I PUNTALI IN ACCIAIO

PARTICOLARE INGRANDITO DEI PUNTALI

PARTICOLARE DELLA MOLLA DI PRECARICO

SISTEMA DI RICHIAMO SITUATO PIU’ IN BASSO DELLA LEVA IN ASSE CON I CONTATTI

Il tasto HST è uno strumento tecnologicamente diverso dai tasti fin’ora conosciuti, studiato essenzialmente per le competizioni, quindi un tasto scarno ed essenziale,  pensato e dedicato alla TAV.

Adoperando il tasto paddle, l’abitudine al IAMBIC e allo SQUEEZE, superata una certa soglia di velocità, produce nei movimenti uno sbilanciamento che induce l'operatore a frequenti errori provocati dai controtempi nei movimenti.

In assenza dell’innesco Iambic i movimenti manipolatori aumentano, non ci sono scorciatoie, solo battute singole, affrancatura completa dal sistema iambic.

E’ questo il motivo per cui si  preferisce effettuare alcuni movimenti in più anziché ricorrere allo squeeze per  innescare  nel keyer la sequenza IAMBIC.  Tant’è che nelle competizioni internazionali lo squeeze non lo usa nessuno.

 

Prima dell’arrivo dei tasti a singola pala si pensava che solo i tasti con doppia pala erano in grado di formare  una parte dei caratteri  stringendo le pale a mo di Iambic e Squeeze, mentre  è ancora possibile squeezare anche con il tasto HST.

 

Sull’onda emozionale del momento feci anche alcune prove di trasmissione utilizzando, per le dita interessate e per il bordo esterno della mano, la polvere di magnesio per renderli più scorrevoli ed eliminare qualsiasi traccia di umidità presente, proprio come si usa fare in alcuni sports.

 

Nei filmati dei vari campionati di velocità ho notato che i partecipanti, credo dei paesi dell’est, utilizzano nella trasmissione del codice, oltre al polso e le dita, l'intera mano nel suo complesso. Non saprei dire con esattezza se il modo di manipolare di questi campioni è corretto ergonomicamente, tuttavia  non mi entusiasma in quanto l’impressione che ne ricevo è di movimenti  molto enfatizzati, esagerati, direi quasi scomposti come si può osservare nei vari filmati in circolazione.

 

                                               
 

Attualmente, almeno in Italia, non ci sono molti riferimenti a cui rifarsi usando questo tipo di tasto che, è evidente, è uno strumento nuovo che pochi conoscono e ancora meno usano.

 

Ma il tasto HST viene usato non solo, necessariamente, durante le competizioni ma anche nella normale attività a bassa velocità avendo l’accortezza, in questo caso, di avvicinare i contatti e allentare la tensione della molla di richiamo.

Ne risulta un tasto  più praticabile con la stessa precisione di trasmissione.

                  

Normalmente si è portati a credere che la trasmissione dei gruppi interessa solo i competitori delle gare di velocità in quanto questo tipo di training costituisce il naturale gesto tecnico delle competizioni HST.

 

Questo può essere vero solo in parte in quanto la pratica della trasmissione dei gruppi dona all’operatore molti innegabili vantaggi, ma di questi vantaggi ne  beneficiano ampiamente anche gli operatori dediti all’alta velocità che non sono interessati alle competizioni.

 

Al di la delle gare, è molto utile allenarsi con i gruppi anche per la normale attività radiantistica.

 

Dall’esperienza di un training iniziato sei mesi prima ne è scaturita una scioltezza ed una destrezza sorprendente.

 

Le dita, passando da un carattere ad un numero o un segno di interpunzione, ben presto si affrancano dai dannosi controtempi iniziali.  

 

Nelle combinazioni dei gruppi, ma anche dei call e nella normale manipolazione, il training vincente è rappresentato dalla trasmissione di gruppi misti creati ad arte nel senso di includere gruppi composti da caratteri multivariati considerando che, la lingua italiana,  non contempla vocaboli composti da x,k,y,j,w e tutte le varie combinazioni tra questi caratteri ed i segni di interpunzione, numeri e vocali accentate.

 

Allo scopo ho approntato  una decina di fogli con diverse serie di gruppi strutturati come indicato, il tutto da trasmettere, a più riprese, diverse volte al giorno alla massima velocità possibile.

 

La classica  trasmissione di una pagina di un quotidiano lascia il tempo che trova per  non dire che rappresenta solo una perdita di tempo.

 

Risulta invece fondamentale esercitarsi simulando un qso immaginario con durata indefinita.

 

Il qso simulato  consente di acquisire l’abitudine alla trasmissione senza alcuna pausa producendo un Morse agile e sciolto con i caratteri legati tra loro rendendo  la trasmissione fluida e scorrevole.  

 

Ma nella trasmissione dei gruppi , questo non accade, perchè i caratteri oltre ad essere disposti in modo aleatorio sono del tipo LWYKN ed al primo accenno di trasmissione veloce le dita della mano non seguono i comandi e questo avviene perché nella lingua italiana non esistono parole composte con questi caratteri e quindi nei movimenti delle dita si innesca una serie  di controtempi a cui non siamo abituati e sistematicamente andiamo in affanno, la velocità di trasmissione diminuisce di molto e nello stesso tempo aumentano gli errori.

 

Questo è quanto scaturito dalla mia esperienza con i gruppi.  

 

Logicamente gli idiomi che inglobano caratteri molto diversi tra loro, non previsti nella lingua italiana, causano meno problemi alla trasmissione  proprio perché più frequenti.

 

Comunque l’adattamento a questo tipo di legature dei caratteri si completa nel giro di qualche settimana.

 

In linea di massima tutte le metodiche citate possono andare bene per migliorare ma una cosa esclude l’altra nel senso che se voglio partecipare alle competizioni di velocità non mi serve trasmettere il classico foglio di giornale o fare qso a 50 wpm ma debbo svolgere un training mirato alle competizioni, non a caso è richiesta la trasmissione dei gruppi.

 

Se aspirazione invece non è la competizione ma la TAV (Telegrafia Alta Velocita)  serve un training che comprende anche la trasmissione del foglio di giornale, il qso simulato, ma sopratutto la trasmissione dei gruppi per i motivi già esposti, e poi tanta pratica del Rag Chewing.               

 

 

Per gli operatori che desiderano partecipare alle competizioni internazionali la IARU ha approntato un software ufficiale  scritto dal campione bielorusso EU7KI Andrei Bindasov.

 

Questo software, dal costo accessibile, consente di allenarsi con la trasmissione veloce dei gruppi e, tramite la scheda audio, di monitorare l’andamento del training compresi gli errori che, se pari a tre, il concorrente viene eliminato dalla competizione.

 

 

 


In ultima analisi è da esaminare la postura da assumere durante la manipolazione:

 

come noto operando con un tasto verticale lo sistemiamo, senza sapere il motivo,  alla nostra destra (o sinistra se siamo mancini) ma sempre in linea perpendicolare rispetto all’avambraccio, e questo senza disturbare, appunto, la biomeccanica.

 

Diversa è invece la postura da assumere usando un tasto HST.

 

Qui il movimento non è dall’alto verso il basso come nella migliore tradizione dei Brass Pounder ma in senso orizzontale.

 

Le dita della mano, di solito pollice ed indice e, a volte, anche il dito medio, si muovono in senso orizzontale rispetto al piano con appoggio sul bordo esterno, il tasto è in linea con la mano, diagonale rispetto al nostro corpo come indicato nell’immagine.

 


 

 

In questa posizione il polso ha la massima scorrevolezza e tra le dita nessuna tensione dovuta ad una errata postura

Altro aspetto da tenere in considerazione è l’altezza dalla sommità della leva rispetto al piano.

 

Verificare che la leva del tasto sia alla stessa altezza dei polpastrelli delle dita interessate alla manipolazione, eventualmente  sollevare il tasto tramite apposito spessore in modo tale che il movimento di manipolazione delle dita sia parallelo al piano di base.

 

Infatti se vi è differenza di altezza tra la mano ed il tasto la manipolazione non avrà un movimento orizzontale.

 

Le dita debbono essere molto vicine alla leva per ridurre il più possibile i tempi di volo.