Questa Sezione del Sito è dedicata a tutti coloro che hanno fatto la Storia della Telegrafia, a tutti gli Operatori RT che hanno fatto grande un sistema di comunicazione fantastico. 

Di volta in volta questa parte del sito verrà ampliata con notizie, curiosità, luoghi particolari e quant'altro per far si che un patrimonio culturale non venga dimenticato.

 

 

 

           PER NON DIMENTICARE





 

 

 

 

GenoaRadio (Icb)



 

Genova-Radio(Icb):venti anni di lavoro con i ricevitori Collins.
di Lino Esposito - SWL: I1-3152/GE

Quando si lavora a bordo delle navi, si è in mezzo agli oceani e l'unico contatto con la terra ferma, la casa ed i famigliari è la radio.
Questo importantissimo compito è svolto a terra dalle stazioni radio telegrafiche e radiotelefoniche.
Fra esse in Italia, e precisamente nella città di Genova, vi è

 Genova-Radio(Icb).

 

Tanti operatori radio di navi hanno ascoltato, in fonia la chiamata ripetuta, in italiano ed il inglese: <<Quì Genova-Radio, servizio radiotelefonico marittimo, trasmissione effetuata per la sintonia dei ricevitori di bordo>>, oppure il telegrafia: <<Vvv vvv vvv de Icb Icb Icb k 8 12 16 Mhz>>.
Si sono così sentiti in mani sicure essi scambiavano messaggi con la famiglia, con l'armatore e nei casi di emergenza.
Genova-Radio(Icb) è composta da due stazioni, una ricevente che si trova nell'elegante e bellissimo quartiere residenziale di Genova, chiamato Quarto, l'altra trasmittente è dislocata a poche chilometri di distanza sul Monte Righi( 600 metri s.l.m.),proprio sopra la Città di Genova.
I trasmettitori si trovano all'interno di un antico e maestoso castello denominato "Il Castelaccio".
Nella stazione ricevente le postazioni dei radiotelegrafisti erano ottimali, vi erano i ricevitori, i comandi dei rotori delle antenne direttive ,i tasti per cw. Le due stazioni erano collegate sia via cavo che via ponte radio e venivano così manipolati i vari trasmettitori in funzione al Castellaccio, con potenze fino a 25 Kilowatt.

Nelle due stazioni vi lavoravano numerosi ed ottimi operatori radio e tecnici, molti dei quali avevano lavorato a bordo delle navi.
Li ho visti con i miei occhi, quasi nello stesso momento trasmettere, parlare e scrivere!!! Dopo vari tentativi sono stato autorizzato dall'Ing.Malatesta di Roma ad avere accesso alla stazione radio ricevente di Genova-Quarto dove ho incontrato il Sig.Mirra, coordinatore degli operatori radio, il quale con molta gentilezza e disponibilità si è dato da fare e mi ha messo in contatto con alcuni anziani radiotelegrafisti.

La stazione radio fù costruita nel lontano 1952, e i primi ricevitori furono i BC-312 e BC-3124 sostituiti poi con gli italiani Allocchio-Bacchini OC-11, però la stabilità e la selettività non erano certo quelle dei Colllins 51S-1 e gli operatori radio apprezzavano molto lavorare con questi apparati dalle eccezionali caratteristiche.
Erano collegati ad antenne filari sostenute da due enormi tralicci alti 60 metri, ancora esistenti e ad antenne direttive log-periodiche della Hy-gain.
Sulla frequenza di 500 Khz di soccorso e chiamata internazionale in cw, i 51S-1 erano abbinati al preselector 55G-1 e rimanevano accesi 24 ore su 24, anche per un mese intero!

 Avevano per antenna una filare lunga 600 metri e alta 60 metri da terra ed erano gli unici ricevitori a non risentire delle interferenze causate dalle Broadcastings sulle frequenze vicine. Quanti ricevitori di marche famose fallirono la " prova della 500 Khz", quando invece di ascoltare il codice Morse ,si ascoltava soltanto musica!!! Mi ricorda sogghignando il Sig. Sergio Musante.
I ricevitori Collins 51S-1 e 651S-1 furono entrambi utilizzati sulla 500 Khz, ed erano usati anche da altre stazioni radio costiere italiane, come Roma-Radio(Iar), Trieste-Radio(Iqx), Livorno-Radio, Cagliari-Radio, ed altre.

Da poco tempo Genova-Radio(Icb) è passata dal Ministero delle Poste e Telecomunicazioni alla Telecom Italia. I servizi telegrafia e fonia in bande hf sono stati accentrati a Roma-Radio(Iar), ed a Genova-Radio(Icb) sono attualmente in funzione le frequenze di: 500 khz in telegrafia, 2182 Khz in fonia ( usb), e in Vhf in fm alcuni ripetitori.
E' stata completamente ristrutturata ed è molto bella, e quasi totalmemte automatizzata e computerizzata. Alla fine del 1992 gli ultimi ricevitori Collins 51S-1 e 651S-1 furono tolti dal servizio e sostituiti da moderni ricevitori della Rohde-Schwarz.

 


 

 

 

            IAR - ROMA RADIO
 


Ricevitore onde corte Rohde Schwarz EK 085 utilizzato in una postazione telegrafica


Ricevitore Onde Corte e a pannelo smistamento segnali utilizzato in una postazione telegrafica


Postazione di ricezione/trasmissione telegrafica


Quattro ricevitori per il monitoraggio delle frequenze di chiamata fonia in onde corte


Un operatore radiotelegrafista


L'antenna utilizzata per il traffico in telegrafia a 500 khz


Il telex olivetti per la ricezione dei bollettini MeteoMar


Il sistema di controllo remoto delle stazioni costiere del nord Italia


Alcune antenne usate in trasmissione da IAR


Alcune antenne usate in trasmissione da IAR

  


Al museo del Ministero delle Comunicazioni a Roma è esposto un trasmettitore HF SSB da 4 Kw della Standard Radio che fu utilizzato a Radio Radio IAR nel dopoguerra.

 

 

Ascolta la "Circolare" di IAR Roma Radio, segnale trasmesso di continuo in HF per la sintonia dei ricevitori di bordo. La voce è quella dell'operatore Antonio di Folco

Frequenze utilizzate da IAR Roma Radio  
4390 - 8713 - 13182 - 17377 khz Fonia, traffico telefonico automatico con il Sistema Autolink
4417 - 8779 - 13137 - 17302 - 22756 khz Fonia, traffico telefonico con operatore

A partire dal 1 Novembre 2005 IAR non trasmette più in Telegrafia, ecco il messaggio di "addio" trasmesso ad Ottobre:

de iar iar a rva cq cq cq de iar iar il giorno 31 ottobre dopo svariati anni roma radio termina il servizio radiotelegrafico svolto con orgoglio e
dedizione le stazioni costiere di telecom italia salutano tutti quelli che nel corso degli anni hanno servito questa professione con capacita" e sacrificio e augurano a tutti buon lavoro.


 


Roma Radio QSL 

Roma Radio (gestita da TelecomItalia) controlla a distanza le seguenti stazioni costiere : Frequenza di lavoro
IQX Trieste Radio 2624 khz
ICB Genova Radio 2672 khz
IPD Civitavecchia Radio 1888 khz
IPL Livorno Radio 2591 khz
IDC Cagliari Radio 2680 khz
IPA Ancona Radio 2656 khz
IQP San Benedetto del Tronto Radio 1855 khz
IZN Porto Torres Radio 2719 khz

 

 

Per rapporti d'ascolto: Roma Radio - Telecom Italia - Via della Cesarina 282, 00139 Roma

 

 

Il centro radio di Via della Cesarina ospita la parte ricevente della stazione IAR, i trasmettitori si trovano a Castel di Decima (a sud dell'Eur) e sono telecomandati e monitorizzati attraverso una rete di personal computer. Il centro radio sorge in una palazzina di un piano stile anni 50 completamente immersa nella campagna romana contornata da pini marittimi e dalle tre antenne che ricevono i segnali radio HF. Vengono utilizzare due grosse antenne a cono filari alte almeno venti metri per i segnali ad onde corte e un doppio traliccio con quattro filari accoppiate. Le antenne a cono hanno al loro interno una serie di dipoli installati nella direzione dei quattro punti cardinali e gli operatori radio possono comandarne a distanza la commutazione per avere il miglior rapporto segnale/rumore in ricezione.


La stazione di Roma Radio oltre al traffico in onde corte gestisce anche tutte le stazioni costiere in Vhf, Mf e Hf presenti nel Nord Italia attraverso una fitta rete di collegamenti telefonici e in fibra ottica che riportano a Roma i segnali di trasmissione e ricezione di tutti i trasmettitori e i ricevitori sparsi per il Nord Italia e la Sardegna. La mia visita è iniziata infatti nella stanza dove arrivano tutti i segnali audio dalle varie freq. 2182 khz o il canale 16 Vhf (156.800 Mhz) delle stazioni costiere come Genova Radio o Trieste Radio. Da questa stanza i segnali vengono mandati direttamente ai tavoli degli operatori radio che ascoltano in continuo, 24 ore su 24 i segnali provenienti da tutta la rete (le stazioni del Sud Italia vengono invece gestite da Palermo Radio IPP). DI fianco a questa stanza ad alta tecnologia troviamo poi la gestione del traffico commerciale telex dove fa bella mostra di sé la telescrivente Olivetti che riceve in continuazione i dati provenienti dalla Marina Militare da inserire nei bollettini degli avvisi ai naviganti. Sempre qui si trovano i computer che trasmettono in automatico sia gli avvisi che i bollettini Meteomar (che vengono generati dalla ITAV) con la famosa voce elettronica sempre preceduta da "Securite Securite - chiamata da Roma Radio ..etc.etc.".


In fondo a questa palazzina troviamo le postazioni degli operatori che sorvegliano e le varie frequenze HF assegnate a IAR. In questa stanza ho notato con piacere l'uso di ricevitori Rohde Schwarz EK 085 vero e proprio sogno proibito di ogni appassionato di ascolto Hf. La seconda ala del palazzo ospita invece tutto il traffico in fonia effettuato sulle varie frequenze delle stazioni costiere del Nord e sulle frequenze ad onde corte di IAR. Qui gli operatori controllano due stazioni costiere contemporaneamente rispondendo alle chiamate sulle frequenza di 2182 khz o assistono le navi per il traffico telefonico. In onde corte una grossa parte del traffico viene effettuato in modalità completamente automatica attraverso il sistema Autolink che permette di instradare telefonate da a verso le navi senza l'intervento dell'operatore radio. Il resto del traffico in hf viene svolto con il monitoraggio continuo delle frequenze di chiamata e con l'uso di vari canali di lavoro dove svolgere il traffico telefonico vero e proprio. Roma Radio inoltre collabora con il Centro Italiano Radio Medico per prestare assistenza medica a distanza alle navi in navigazione.

Dai primi giorni di Febbraio 1999 la rete di stazioni costiere italiane si è adeguata agli standard mondiali per l'utilizzo del nuovo sistema GMDSS che utilizza la chiamata selettiva per l'invio di messaggi e di richieste di soccorso. In questo momento sono attive nove stazioni costiere con il monitoraggio DSC sulla frequenza internazionale di 2187,5 e ben 46 sulla frequenza canale 70 in Vhf. Per la diffusione di bollettini e avvisi stanno per essere attivate anche quattro stazioni Navtex sulla frequenza di 518 Khz tre trasmetteranno da Roma, Cagliari, Augusta e Trieste. E' interessante notare come sia cambiato il modo di gestire le stazioni costiere nel nostro paese, basti pensare che quando l'attività era gestita direttamente dal delle Poste le stazioni presidiate erano ben 21, successivamente la seguente gestione dell'Iritel utilizzava solo sei stazioni presidiate fino ad arrivare all'attuale gestione di Telecom Italia che controlla tutta la rete di 50 stazioni VHF, 16 Hf-MF e 6 MF in telegrafia attraverso i due centri di Roma Radio per il nord e Palermo Radio per il sud.

 

 

 

Romaradio/IAR 1978/1988

 

 

 

           

E’ difficile scrivere qualcosa sulla stazione radio che è stata un simbolo per quasi tutti i radiotelegrafisti di bordo italiani. Per me era una leggenda, un sogno. Vivendo a Roma, la sentivo girando la manopola della sintonia della radio casalinga o dell’autoradio, verso l’inizio della banda O.M.

Sulle onde corte, da ragazzo, ne ho passate di ore a seguire le conversazioni radiotelefoniche terra-bordo! Fantasticavo immaginandomi operatore radio fra coloro che consideravo fortunati, soltanto perché avevano la possibilità di lavorare in quel Centro. Chissà che apparati adoperavano, che antenne, che potenze! A volte captavo nomi di navi passeggeri famose: Achille Lauro, Angelina Lauro, Enrico C, Leonardo Da Vinci ecc.  Le voci dei passeggeri che riferivano ai loro familiari le meraviglie della nave dove erano imbarcati, i posti che avevano visitato ed io, seguivo incantato quelle voci spensierate, allegre, felici, ed in cuor mio, speravo che un giorno, avrei potuto vivere le sensazioni di quella gente che girava il mondo e raccontare quelle stesse cose. Non come passeggero però, a me interessava il lavoro del radiotelegrafista. Avrei avuto la possibilità di girare il mondo e contemporaneamente svolgere un lavoro che mi appassionava. Allora credevo che fra gli operatori di bordo e quelli delle stazioni costiere, vi fosse un periodo di alternanza. Qualche mese sulle navi e qualche altro mese a terra. Mi sembrava logico che fosse così, invece la realtà era molto diversa, e anche molto più amara.

Dopo dieci anni di mare, tante cose viste e molte cose da raccontare, sentivo veramente la necessità di smetterla con quella vita da girovago. Sempre con la valigia in mano, sempre pronto a lasciare casa, moglie e figli. Non era più la vita che desideravo vivere. La famiglia era la prima cosa nella mia vita e quel lavoro che mi portava lontano, non era più adatto alle mie esigenze di marito e padre.

Il concorso delle Poste per operatore radiotelegrafista nelle stazioni radio costiere, arrivò come un raggio di sole in una notte buia. Fu la mia salvezza. Destinazione: Romaradio. Sarei entrato a far parte del personale di Romaradio.

Dopo tanti anni di lavoro, collegamenti, traffico ecc.  ero consapevole di cosa mi attendesse.

I tempi in cui fantasticavo di essere un operatore radio di IAR, erano lontani, adesso dovevo fare i conti con lo stipendio che avrei percepito (statale), con la distanza tra la mia abitazione (nel frattempo mi ero trasferito ad Allumiere un paesetto sulle colline di Civitavecchia) e il posto di lavoro, i turni (H24), insomma, il risvolto della medaglia, che prima non avevo preso in considerazione, esisteva, eccome se esisteva!

Eppure dentro di me, sapevo che avrei risolto ogni cosa, che tutto si sarebbe appianato, l’importante era realizzare il sogno del bambino che ognuno di noi, malgrado l’età, ha in sé; ed il mio, piangeva, piangeva di gioia.

 

Proprio sull’ingresso principale, appena finito di salire i pochi scalini che innalzano dal parco il complesso squadrato, formato da blocchi di tufo a faccia vista, su in alto, c’era un meraviglioso mosaico multicolore con  una frase, scritta in evidenza fra le nuvole, il cielo e l’angelo, protagonisti di quel bellissimo lavoro che sembrava posto a sentinella di chi entrava.

 

“Dominando lo spazio Gabriele arcangelo latore ed auspice di buone novelle ci preservi l’amarezza delle tristi.”

 

Lo guardai ammirandone la complessità e la bellezza e mi chiesi, intanto,  chi fosse l’autore di quella frase. C’era anche una specie di firma dell’artista, in basso a destra, ma la mia vista non mi permise di decifrarla. Entrai nell’edificio proponendomi di soddisfare in seguito la  curiosità, ma in dieci anni di permanenza nella stazione radio, pur avendolo avuto sempre sotto gli occhi, ogni volta che entravo, non trovai mai il tempo, e a dire la verità, la voglia, di interessarmi a quel mosaico che mi aveva tanto colpito. Adesso, che non faccio più parte di Romaradio da 14 anni, adesso, che quasi non esiste più l’anima stessa della stazione, me ne pento. Come se non avessi adempiuto ad un compito,  una manchevolezza, un atto incompiuto. Lo so, è sciocco pensarlo, ma la sensazione mi rimane viva ogni volta che rivedo con la mente la mia Romaradio.

Al centro dell’atrio c’era il busto marmoreo di Guglielmo Marconi e, subito dietro, il plastico di tutto il complesso realizzato  su una grande tavola con ogni particolare al proprio posto. Con uno sguardo si abbracciava tutta  Romaradio, antenne e parco compresi. Rimasi un attimo colpito da quanta terra ci fosse intorno all’edificio. Dall’entrata principale non mi ero reso conto dell’estensione della stazione stessa. Vi erano altri caseggiati con strutture in muratura ancora sconosciuti per me. Alzai lo sguardo dal plastico e solo in quel momento vidi le pareti rivestite di marmo verde alpino. Per un attimo mi sembrò di essere al centro di un bosco. Girando la testa e seguendo con lo sguardo i riflessi, che dalle vetrate esterne colpivano le striature del marmo, facendole a volte brillare, ebbi un piccolo capogiro, una cosa leggerissima ma che accentuò la bellezza di quell’atrio, così semplice, ma così significativo. Si sentiva il CW! Non ero neanche entrato e già il codice Morse mi dava il benvenuto! Avete mai avuto la sensazione di essere a casa propria in un luogo mai visto? In un posto in cui siete stati per la prima volta? Mai? Ebbene io mi sentivo a casa mia. Non ebbi neanche il tempo di pensare come mai avessi quella sensazione  perché i colleghi mi si affollarono intorno. Mi aspettavano da 25 giorni e finalmente ero lì.

Strette di mano, abbracci. Il piacere di rivedere vecchi compagni di scuola e colleghi incontrati in vari porti del mondo, o addirittura solo sentiti via radio, poi sempre in mezzo a loro, entrai nella sala radio della grafia*. Che delusione! Ma come, quei muri dall’intonaco rappezzato  quelle lavagne, e quelle scrivanie che avevano visto tempi migliori, quella era Romaradio? Tante scrivanie, tanti operatori, qualcuno  urlava un nominativo radio, un senso di abbandono regnava su tutto, come se avessero steso un velo grigio che attenuava il contrasto dei colori di quella sala. Anche i movimenti degli operatori mi parvero rallentati, come se si muovessero con sforzo  in un ambiente dall’aria troppa densa. Mi fecero sedere su una delle due 8* accanto ad uno spilungone magro magro, un certo Claudio Davanzo. Un triestino, dedussi dall’accento, mentre  mi spiegava brevemente il funzionamento dei vari tasti che avevo davanti e che dovevo pigiare per togliere la circolare* e poter trasmettere.

Poi mi spiegò  i comandi fondamentali  del ricevitore Collins. Misi la cuffia in testa e girai la manopola della sintonia nella banda dove le navi effettuavano la chiamata. Mi pare da 8362 a 8368  Kc/s ma non ne sono sicuro. Un caos di chiamate che si accavallavano l’un l’altra, parecchie erano per IAR (Romaradio).

Fermai la sintonia del ricevitore su una chiamata, abbassai il pulsante che subito si illuminò e trasmisi il classico DE*. Risposi alla nave trasmettendo con il tasto il nominativo radio IAR. Quante volte ero stato al posto della nave e quante volte avevo chiamato IAR sperando in una risposta. Questa volta ero io Romaradio. Adesso IAR era diventato il mio nome.  Non c’era più nulla intorno a me. Quali muri scrostati, quale stato di abbandono? C’eravamo solo la nave ed io. Proiettavo tutto me stesso sulla nota che sentivo, sulla manipolazione del mio corrispondente e ne ricevevo sensazioni. Era lui  ed il suo trasmettitore infatti che mi informavano sulle condizioni del mare, della nave, del suo stato d’animo. Il bambino che era in me si agitò felice, felice come solo un bambino spensierato può esserlo. Quando il collegamento con la nave terminò, mi guardai intorno, fu solo un momento, perché altre navi chiamavano. La maggior parte dei miei colleghi non stava con me in sala, anche loro, ognuno per conto proprio, viaggiava, sì viaggiava, esattamente com’era capitato a me un momento prima. Capii improvvisamente quel senso di abbandono, quei movimenti lenti che mi avevano colpito all’entrata. In quella sala radio c’erano solo i corpi dei miei colleghi, la loro anima era sparsa in tutti i mari del mondo e la mia, per la prima volta, si proiettava attraverso le immense antenne trasmittenti di Romaradio dappertutto. Neanche da ragazzo avevo immaginato questo, la mia fantasia non era riuscita ad immedesimarsi fino a quel punto. La realtà aveva superato la fantasia.

In seguito conobbi tutti gli altri colleghi. Eravamo più di cento e con i turni differenti a volte non ci vedevamo che in occasioni particolari. Ognuno con la sua storia, la sua esperienza, ma tutti estremamente capaci nel lavoro. C’erano molti ex militari, di solito quelli un po’ più anziani, ma anche qualche postale (li chiamavamo così quelli che non venivano dal mare), inevitabilmente, tutti molto bravi. C’era chi preferiva lavorare in fonia*, e chi invece era amante della grafia, ma per lo più si ruotava abbastanza spesso, così da alternare e vivacizzare il lavoro.

Ricordo l’incontro con “Totonno”. Quando si presentò, stringendomi la mano e dandomi il benvenuto, sentii subito un brivido. Era lui! Si non potevo sbagliare. Quella voce profonda, un po’ baritonale era quella che  sentivo sia a bordo, sia a casa da ragazzo. Era lui che registrava la circolare della stazione radio: - Qui Roma radio servizio radiotelefonico marittimo, emissione effettuata per la sintonia dei ricevitori di bordo - Antonio Difolco. Credo che chiunque lo abbia sentito, avesse la mia stessa curiosità di poterlo conoscere, ormai era diventato un mito. Un grande professionista, con una grande esperienza effettuata anche sulle navi passeggeri, era veramente in gamba. Un capo turno  che dava sicurezza specialmente in fonia per la sua capacità di risolvere sempre ogni situazione. Non mi è possibile scrivere qualcosa su ognuno degli operatori che ho conosciuto a Romaradio, non perché non abbia argomenti da citare o da rendere noti, ma perché dovrei scrivere un capitolo su ognuno di loro e sarebbe veramente troppo. Li ricordo tutti, proprio tutti, anche quelli che al mio arrivo, dopo pochissimo tempo se ne andarono in pensione.

Ogni tanto, di rado in realtà, si riesce a combinare un incontro fra tutti gli operatori di Romaradio. La classica abbuffata in un ristorante. Ed allora vengono fuori certi personaggi che erano già in pensione parecchi anni prima del mio arrivo. Anche loro operatori di Romaradio, ma di una Romaradio che non conoscevo. Dai loro racconti, mi sembrava incredibile che parlassero della mia IAR. In effetti in tanti anni il Centro è cambiato molto. Io posso raccontare la mia esperienza di solo dieci anni. E’come descrivere la vita di un uomo raccontando solo un breve arco di tempo invece che  tutta la sua vita. Devo dire però che tutti sono concordi nel ritenere che Romaradio, man mano che il tempo passava, diventava sempre meno attiva, meno professionale. Il rigore che i dirigenti ex R.T. imponevano al personale sia per il servizio stesso, sia per i rapporti interpersonali, non aveva eguale con i dirigenti che condussero Romaradio dopo il 1975. Questi ultimi furono, ed ancora oggi lo sono, tutti “postali”, ingegneri o periti in telecomunicazioni ma, non radiotelegrafisti e questo ha influito molto sulla “qualità” della stazione radio. Negli anni ottanta poi, con l’avvento di altri servizi, venne assunto del personale  che non conosceva neanche l’alfabeto morse e che fu applicato in tutti i servizi dove non era indispensabile la conoscenza specifica di tale materia. Così facendo il personale R.T. veniva segregato solo in sala grafia, non ruotando più negli altri servizi. I dirigenti del Ministero avevano di fatto già cancellato la figura del radiotelegrafista, ormai obsoleta per loro, non rendendosi conto che l’esperienza specifica dell’operatore  nel settore delle radiotelecomunicazioni, a prescindere dal mezzo usato, era di vitale importanza per una stazione radio che si rispetti. Era veramente desolante farsi da parte e cedere il proprio posto di lavoro al nuovo personale assunto. Naturalmente prima dovevamo istruirlo. Ma come si può insegnare in pochi giorni l’esperienza di tanti anni? E la procedura del servizio mobile marittimo? I corrispondenti sulle navi erano pur sempre radiotelegrafisti. Chissà quante risate amare avranno fatto per gli strafalcioni commessi dal nuovo personale di Romaradio

 

Ma com’era e come funzionava Romaradio negli anni settanta-ottanta? Innanzi tutto,  l’origine: dopo la seconda guerra mondiale, si rese necessario sostituire il Centro Radio di Coltano, distrutto a seguito di eventi bellici. Ufficialmente la sua attività ebbe inizio nel 1954 con la denominazione di Stazione Radio Costiera PT Romaradio. Il Centro era strutturato con:

Una stazione radioricevente in località Tor San Giovanni e una stazione radiotrasmittente in località Prato Smeraldo. I due reparti distavano fra loro circa 30 Km. In seguito è stata potenziata la sezione trasmittente con la costruzione di un’altra stazione radiotrasmittente in località di Castel di Decima. La stazione costiera di Roma, svolgeva il servizio radio mobile marittimo con stazioni radio installate a bordo di navi ai fini dello scambio di telegrammi, di conversazioni telefoniche, telex, tra utenti a terra ed a bordo delle navi stesse, in navigazione nei mari di tutto il mondo. Assicurava anche il servizio per la sicurezza della navigazione e per la salvaguardia della vita umana in mare in un raggio di trecento-cinquento Km. circa dalla costa. Nel servizio era compresa anche la trasmissione dei bollettini meteorologici, degli avvisi di burrasca e degli avvisi ai naviganti.

 

Ci sarebbe ancora da dire molto sui cambiamenti e sviluppi successivi che furono apportati alla stazione. Credo  sarebbe inutile continuare con la descrizione tecnica della stazione in quegli anni. Infatti, in tutta la mia permanenza, almeno per quanto riguarda la stazione ricevente, è sempre stato un cantiere aperto, un lavoro continuo di modifiche e aggiornamenti tecnici che in realtà complicava parecchio la vita a noi semplici operatori radio. Quello che ricordo più volentieri era il servizio mensa. Era svolto proprio a carattere familiare e molto spesso eravamo proprio noi che sceglievamo il menù del giorno. Lo sceglievamo per acclamazione trascinati dalla voglia del momento. Poi, ricordo le passeggiate, che riuscivamo a fare durante i periodi di intervallo nel parco che avevamo a disposizione. Durante la buona stagione facevamo spesso visita ai vari alberi di fichi e qualcuno riusciva spesso a rifornirsi di funghi prataioli. Qualche volta, una semplice passeggiata in mezzo ai pini, divenuti altissimi, piantati al di qua e al di là del viale che dal cancello principale andava alla stazione radio.

 Un oasi in mezzo alla città che si avvicinava sempre più a noi, con le sue borgate,  man mano che gli anni passavano.

 Una volta, avendo più tempo a disposizione, riuscii ad arrivare ai cosiddetti magazzini. C’erano per terra, abbandonate e coperte d’erba, varie apparecchiature in disuso da parecchio tempo. Strumentazioni gigantesche inserite in pannelli che erano veri e propri armadi. Una desolazione! Ero consapevole che quella roba fosse ormai soltanto vecchia ferraglia arrugginita, eppure fui preso dalla malinconia. Giravo fra quei rottami, cercando di non cadere e farmi male, sollevando interruttori, condensatori, e altre parti che si erano staccate da quegli apparati. Non potevo non pensare a quanto lavoro avevano prodotto ai loro tempi. Premevo bottoni, ruotavo manopole, tutta roba massiccia, pesante, costruita per durare a lungo nel tempo ed invece, eccola qui, non vinta dall’usura, non vinta dal tempo, ma semplicemente dalla tecnologia. Già, proprio la stessa tecnologia che alla fine ha vinto tutte le stazioni radio costiere del mondo.

 Ormai quasi tutte le stazioni hanno chiuso. Non esistono semplicemente più. Non c’è più bisogno della loro opera. Si è vero Romaradio è ancora in aria, lancia addirittura il meteo in grafia, unica stazione sul Mediterraneo. I suoi apparati  sono tutti computerizzati, ora c’è il satellite come  protagonista. Si effettua ancora qualche radiotelefonata ma, sinceramente di Romaradio è rimasto soltanto il nominativo radio: IAR.

 I suoni che quelle tre lettere producono, quando si ascoltano  nel codice Morse,  fa ancor oggi venire la pelle d’oca a tanta gente con i capelli grigi, e la pelle  che sa ancora di sale. Gente che ha avuto la fortuna di essere indispensabile, in un periodo della storia dell’umanità, in cui quei  suoni si intrecciavano nell’etere di tutto il mondo portando notizie, informazioni, sviluppo, vita. Tutti noi che abbiamo lavorato nelle stazioni radio, sia di mare che di terra, abbiamo ricordi incancellabili che niente e nessuno potrà mai portarci via. La sensazione di cavalcare le onde radio e raggiungere, con i nostri sensi, tutte le destinazioni. Spostarsi, quasi con la velocità del pensiero, da un continente all’altro. Certo, solo in maniera virtuale ma, qual’è  la vera realtà? A volte i sogni diventano realtà e la realtà diventa sogno. Quello che in fondo rimane nella vita, sono solo le sensazioni che si provano, tutto il resto passa, invecchia e poi…..muore.

 

Per chi ne vuol sapere di più

 

La stazione di Romaradio assicurava un servizio continuativo di ventiquattro ore, anche nei giorni festivi, e rivestiva  inoltre, le funzioni di stazione coordinatrice nei riguardi delle altre stazioni costiere italiane, con le quali era collegata con un sistema telex in circolare. Negli anni ’70-‘80 le unità applicate erano centottanta con varie specializzazioni. Centodieci impiegate nel settore del traffico radiomarittimo, cinquanta nel settore tecnico per l’esercizio e la manutenzione degli impianti e degli apparati ricetrasmittenti e venti nel settore amministrativo-contabile per il personale, per i materiali ed il traffico radiotelegrafico, radiotelefonico e radiotelex. Gli operatori addetti al traffico radiomarittimo, venivano distribuiti in turni lavorativi di sei ore in numero di venticinque o trenta unità per singolo turno, nonché in un turno notturno della durata di otto ore in numero di otto o dieci unità applicate.

Romaradio operava in radiotelegrafia sia in MF sia in HF (onde medie, onde Corte)

Nella banda di frequenza MF, effettuava l’ascolto sulla frequenza di 500 Kc/s ai fini della salvaguardia della vita umana in mare e per l’espletamento del traffico radiotelegrafico commerciale, trasmettendo in tal caso sulla frequenza di lavoro* 516 Kc/s.

Nella gamma di frequenze HF, la stazione costiera disponeva di undici posti di operatore, di cui otto normalmente in funzione.

Romaradio effettuava ascolti sulle bande di 4, 6, 8, 12, 16  e 22 Mhz. Per il servizio venivano utilizzati dodici radiotrasmettitori, di cui nove simultaneamente in aria.

Negli intervalli del traffico, le frequenze di lavoro rimanevano comunque attive con una circolare che avvisava gli utenti degli ascolti aperti. In trasmissione venivano utilizzate antenne omnidirezionali, mentre in ricezione, antenne direttive rombiche. Le liste del traffico giacente erano trasmesse sulle frequenze di lancio alle ore/GMT* 01.30 - 04.00  - 09.00 - 12.00  - 14.00 - 18.00 - 21.00.

Negli ultimi anni ’70, la media annuale del traffico è stata di circa duecentocinquantamila radiotelegrammi contabilizzati e di quaranta-cinquantamila radiotelegrammi con qualifica POST-MARE*. Questa media si è mantenuta costante nonostante la crisi dell’armamento navale, dei noli marittimi e dell’orientamento verso altri servizi, quali la radiotelefonia ed il radio-telex. Quest’ultimo servizio, in quegli anni, era una istituzione recentissima. Infatti dopo una lunga fase sperimentale, a seguito della quale è emersa la necessità di dotare i terminali degli appositi impianti nelle stazioni a terra e a bordo di navi, di opportuni sistemi di correzione di errore. L’utente  telex nazionale si poteva collegare con le navi dotate di tale impianto, selezionando il numero 196, corrispondente al numero di accettazione di Romaradio. In seguito il servizio radio-telex  si espanse enormemente, tanto che alcune società petrolifere avevano un collegamento continuativo con le loro navi H24.

In radiotelefonia, la stazione operava sia in VHF, sia in HF. (onde metriche, onde corte)

In V.H.F. Romaradio effettuava, l’ascolto continuo sul canale 16 ed il traffico commerciale lo svolgeva sul canale 25, sul quale venivano lanciati anche i bollettini meteorologici alle ore 01.35 - 07.35 - 13.35 - 19.35. Disponeva di due complessi ricetrasmittenti (scorta compresa) sia sul canale 16 che sul canale 25, e di un terminale telefonico.

In H.F. il servizio radiotelefonico adoperava sei terminali telefonici per altrettante conversazioni simultanee con procedura semiautomatica o manuale. Il servizio si avvaleva di nove radiotrasmettitori, sei dei quali operavano su altrettante antenne direttive a larga banda del tipo logaritmo-periodico rotativo.

Negli ultimi anni della mia permanenza a Romaradio, la stazione ha subito una trasformazione totale. Gli interni, e quindi anche l’ingresso in marmo verde alpino, furono sostituiti dal granito, sparì il plastico e il busto di G. Marconi fu spostato in modo che un eventuale  visitatore non lo vedesse più (chissà perché). La sala fonia fu costruita ex novo e sinceramente era proprio piacevole lavorare in un ambiente moderno e ben attrezzato tecnicamente. Purtroppo chiusero la mensa ed il bar interno. Ma i cambiamenti continuano ancor oggi e tutti aspettano da un momento all’altro l’ultimo e più definitivo cambiamento:

la chiusura totale. Dopo Genova, Trieste, Napoli, Cagliari e moltissime altre stazioni radio minori, Roma è l’unica, in Italia,  che ancora fa sentire la sua voce, una voce solitaria che urla con tutta la sua forza : qui Romaradio…… qui Romaradio …... ma, nessuno l’ascolta, nessuno la sente, nessuno risponde. Dalle antenne trasmittenti le onde si propagano in tutto il mondo, su tutti i mari e quando incontrano una nave in navigazione cercano di entrare e mettersi in contatto con l’operatore radiotelegrafista di bordo, come hanno sempre fatto. Non si rendono conto che è tutto inutile. A bordo delle navi ormai il marconista non c’è più. Al suo posto hanno installato una macchina automatica con una tastiera e qualche bottone. Una macchina sorda alle chiamate tradizionali di Romaradio, preposta soltanto alle aride e asettiche  comunicazioni spaziali via satellite.


 

 Natale Pappalardo/IZ0DDD-I.N.O.RC.  n.

                                                           374

 

 

 

 

 

La 500 Kc/s   

         

L’ultima visita effettuata a Romaradio (2001) mi ha convinto a scrivere questo pezzo usando il passato, come se tutto ciò non esistesse più. (in effetti è tutto finito)

 

Nel servizio radio mobile marittimo, alcune frequenze erano preposte per effettuare il soccorso. Erano vietate quindi per effettuare traffico commerciale.

Vi erano tra queste frequenze quelle radiotelefoniche e quelle radiotelegrafiche, che si dividevano a seconda della gamma di emissione in onde medie, corte, cortissime ecc.

 

La frequenza di 500 Kc/s era la frequenza radiotelegrafica principale per le onde medie utilizzata per il soccorso, per l’urgenza, per la sicurezza per la chiamata e la risposta.

Oggi vi sono sistemi satellitari molto sofisticati ma ieri si effettuava ascolto 24 su 24 ore sulla 500 Kc/s anche quando si era impegnati a svolgere traffico commerciale su altre frequenze. Il primo compito degli operatori radio infatti era quello di mantenere un ascolto continuo su tale frequenza.

Nelle navi dotate di un solo operatore, si predisponeva un ricevitore automatico chiamato di autoallarme che si attivava, nel caso di allarme, facendo suonare dei campanelli in sala nautica, nella stazione radio e nella cabina del marconista. Proprio per questo scopo (quando possibile) il segnale di soccorso SOS era preceduto dal segnale di allarme. In radiotelegrafia tale segnale consisteva nel trasmettere 12 linee di 4 secondi ciascuna intervallate fra loro da un secondo.

Probabilmente tutti conoscete la mitica 500 Kc/s, per averne sentito parlare dai vecchi lupi di mare che imperversano sulle bande OM, ma certamente non tutti sono a conoscenza di cosa veramente fosse diventata per gli operatori radio di bordo e in special modo per quelli delle stazioni costiere.

La frequenza veniva adoperata a breve e medio raggio, ma aumentava moltissimo la sua portata di notte, tanto che a volte si effettuavano certi collegamenti impensabili. Gli operatori di bordo si adattavano di volta in volta alla propagazione a seconda della zona e a seconda delle abitudini delle varie stazioni costiere, soffrendo quando si trovavano ai tropici per le continue scariche elettriche (QRN) che non abbandonavano mai le onde medie. Quando si trovavano a latitudini più alte, come in Nord Europa, la 500 Kc/s diventava piacevole, malgrado il forte traffico, la limpidezza delle emissioni faceva sembrare ogni segnale separato l’uno d’altro. Ma di sera o di notte, la propagazione era tale che le emissioni delle stazioni costiere anche molto lontane arrivavano con segnali fortissimi e si faceva a gara per farsi largo in un caos di stazioni che non lasciavano praticamente mai un attimo di "bianco". Proprio per questa ragione, al fine di aumentare la sicurezza della vita umana in mare, si stabilì di interrompere ogni trasmissione sulla banda interessata, dal 15° al 18° e dal 45° al 48° minuto di ogni ora. Questo per dare la possibilità, sia alle stazioni di piccola potenza, sia ai piccoli trasmettitori di soccorso tipo "Nautilus" di farsi sentire.

La 500 Kc/s è stata la compagna di ogni marconista, e quando si pensava di aver imparato tutto sulla procedura ufficiale e non, ecco che spuntava sempre qualcosa di nuovo. Un segnale, un ticchettio, una sigla storpiata. Bastava un niente per accordarsi sulla frequenza di lavoro e la cosa era così personale che spesso veniva inventata lì per lì.

Credo comunque che solo chi abbia effettuato un lungo servizio in una stazione costiera e sia stato quasi sempre applicato sulla 500 Kc/s conosca veramente i segreti di tale frequenza.

 

L’operatore della stazione costiera quando si metteva la cuffia in testa, non soltanto sentiva, ma vedeva le varie stazioni radio. Quelle fisse erano ormai così familiari che riconosceva non solo l’operatore in servizio in quel momento, ma addirittura dalla manipolazione si rendeva conto del suo stato d’animo. Nella zona di sua competenza, ogni nave veniva seguita dal momento in cui entrava fino a quando ne usciva. Sembrava che lasciasse una scia nella mente e non si poteva confondere un trasmettitore con un altro. A quei tempi ognuno aveva la sua voce, il suo timbro caratteristico, la maggior parte erano ancora a valvole.

Personalmente ricordo il servizio svolto nella stazione costiera di Ancona dal 1968 al 1970 applicato esclusivamente sulla 500 Kc/s (essendo già allora brevettato R.T.). Mi pareva che il medio e l’alto Adriatico fosse un lago con intorno le varie stazioni radio costiere così ben delineate (IQX, YUR, YUS, ZAD) e le altre più lontane, ma sempre ben distinguibili (IAR, ICB, IDC, IQH, ICT, IGJ, SVA ecc. ecc.)

 

Mi era così familiare fare servizio che ogni volta che montavo di guardia, era come rientrare in una vita parallela che avevo lasciato poche ore prima. Allora il turno di guardia di 24 ore ce lo dividevamo in tre operatori, compresi i riposi, i congedi, le malattie e le esercitazioni che in Marina Militare non mancavano mai. Veramente un lavoro massacrante, praticamente eravamo sempre di servizio.

 

Malgrado tutto, ho dei bellissimi ricordi di quel tempo, periodo felice dove la spensieratezza faceva da padrone. Ma si sa col tempo si impara ad apprezzare quello che in un primo momento appare come una perdita di tempo ecc. ecc. (il militare). Si, Anconaradio allora era una stazione della Marina Militare, ICA.

 

Ci sarebbe da scrivere parecchio su questa frequenza, quanto traffico di soccorso c’è stato, quante vite sono state salvate, quante invocazioni d’aiuto. Quando sentivi il segnale di soccorso quelle tre lettere unite come un unico suono, ti si stringeva il cuore e un brivido ti scendeva lungo la schiena anche se ti trovavi ai tropici.

 

Durante una trasmissione televisiva per commemorare il centenario di G. Marconi, due "esperti"per dimostrazione, hanno lanciato il segnale di soccorso separando le tre lettere.

 

Anche questa volta ho sentito un brivido, la stessa sensazione che sentivo a volte a scuola quando il gesso faceva quel rumore caratteristico sulla lavagna.. bbrrrr.

Ormai è tutto finito, tutto passato, largo alla nuova tecnologia, alle nuove cose; a noi non resta che incontrarci, finché si può, sulle frequenze amatoriali ed ogni tanto, quando si incontra un collega ricordare a colpi di tasto il tempo che fu.


Natale Pappalardo/IZ0DDD

 

 

 

 

Articolo tratto dalla rivista "PIANETA" mensile di TELECOM ITALIA

 

   ONDA SU ONDA


Una giornata con i colleghi del centro operativo Stazione Radiocostiera di Roma.

Ottanta operatori garantiscono la sicurezza e la salvaguardia della vita umana in mare

La nostra meta si chiama Romaradio, forma breve e forse confidenziale per indicare il Centro Operativo Stazione Radiocostiera di Roma, cioè la sede da cui Telecom Italia fornisce ogni tipo d'assistenza radio alla navigazione.
Ce la immaginavamo affacciata sul mare, come le postazioni dei telecronisti sui campi di calcio, e invece sta in campagna.
Nei dintorni, infatti, predomina il verde, e l'azzurro (quando è azzurro) c'è soltanto il cielo. Ma è da qui - potenza delle 
telecomunicazioni - che circa ottanta colleghi diramano bollettini e soprattutto forniscono ascolto continuativo volto a sicurezza
e salvaguardia della vita umana in mare.
Tantoppiù in estate, quando all'abituale traffico nautico si aggiunge quello dei vacanzieri, siano essi ospiti di una crociera, 
passeggeri di un traghetto o appassionati viandanti acquatici che a bordo d'imbarcazioni private "battono" la costa alla 
ricerca di spiagge esclusive e calette da sogno.
E' proprio l'estate - qui canicola e cicale, altrove mare e grande traffico nautico - l'occasione per una visita al Centro, che 
garantisce la gestione del servizio interfacciandosi, tramite collegamenti punto-punto, con impianti periferici dislocati in tutto il Paese.

 


ROMARADIO IAR
ROMARADIO IAR
ROMARADIO IAR
ROMARADIO IAR
ANTENNE ROMARADIO
ANTENNE ROMARADIO
ANTENNE ROMARADIO
ANTENNE ROMARADIO
ANTENNE ROMARADIO
ANTENNE ROMARADIO
TOTONNO DI FOLCO 1970
TOTONNO DI FOLCO 1970
ROMANO ANDREOCCI  IK0OFM
ROMANO ANDREOCCI IK0OFM
SALA CW 1957
SALA CW 1957
SALA CW ANNO 1957
SALA CW ANNO 1957
ROMARADIO  ANNI 50
ROMARADIO ANNI 50
ROMARADIO ANNI 50
ROMARADIO ANNI 50
ANTENNE ANNI 50
ANTENNE ANNI 50

 

 

 

 

 

 

Il Centro Onde Corte di Prato Smeraldo ha chiuso 

lunedì 1° Ottobre 2007 e annuncia la chiusura delle trasmissioni in onde corte alle ore 18.40 UTC.


Il
centro Radio di Prato Smeraldo della Rai a onde corte dal 1930 apriva le sue trasmissioni sotto il periodo Fascista. Neanche durante la seconda guerra mondiale, a causa dei bombardamenti e di incursioni nemiche, interruppe le sue trasmissioni restando attivo con un solo trasmettitore di 50 kw portando la voce dell'Italia ovunque.

Dopo la guerra venne rinnovato, tutti gli impianti diventarono per decenni il punto di riferimento per milioni di italiani all'estero che ascoltavano la sua voce nel mondo.

 
Con questo comunicato stampa chiuse le sue trasmissioni:

"Il centro di Prato Smeraldo è stato chiuso il 30 settembre 2007 a causa di un nuovo contratto tra Rai International e Presidenza del Consiglio dei Ministri che non prevede più le trasmissioni in onde corte per l'estero".

 

TRASMITTENTE  PRATO SMERALDO
TRASMITTENTE PRATO SMERALDO

 

 

In data odierna 15 Giugno 2013, A 6 anni di distanza dalla chiusura, ecco come appare attualmente il "Centro di Prato Smeraldo".


Come si può notare i grandi tralicci sono stati abbattuti nel giro di qualche giorno. Ho visto personalmente, con tristezza, un'autogru impegnata nell'opera di demolizione.

RAI  PRATO  SMERALDO
RAI PRATO SMERALDO

 

 

      Stazione radio telegrafica
        Radio Roma San Paolo

 

 

 

Costruita nel 1917, Radio San Paolo è legata alla tragedia della “tenda rossa” del 1928 e al marconista Giuseppe Biagi.


In Via Ostiense 194 a Roma è ancora possibile visitare dall'esterno le palazzine che ospitarono, a partire dal 1917, il Centro Radiotelegrafico di Roma Radio San Paolo, progettato da Micchiardi e Pession della Regia Marina Italiana. Il centro Radio prende il nome dalla Basilica di San Paolo fuori le mura situata a poche centinaia di metri dall'impianto trasmittente e nonostante vi siano affisse quattro coppie di ancore sulle pareti, non sono in molti a conoscere quale fu la destinazione degli stabili che si trovano lungo la via Ostiense, alle spalle della metro San Paolo. Costruiti tra il 1916 e il 1917, questi edifici furono la sede della Stazione Radiotelegrafica della Regia Marina, più comunemente chiamata Radio San Paolo.

La Stazione fu progettata per intensificare le comunicazioni con le colonie africane e sorgeva in una zona isolata. La stazione radio in ricezione era una delle migliori d’Italia con tre antenne alte un centinaio di metri che si ergevano nella zona del varco San Paolo. Il sistema venne ulteriormente potenziato nel 1927 con un trasmettitore più moderno in grado effettuare le comunicazioni in tutto il continente europeo. Durante il tragico episodio della “tenda rossa”, un dramma al quale Radio San Paolo è indissolubilmente legata, questi miglioramenti furono determinanti.


Una nota di colore:


L'Ufficiale Marconista Biagi, dopo aver dismesso la divisa della Marina Militare che con onore aveva indossato, e

malgrado gli onori a lui tributati, spentosi nel 1965, fu costretto, per mantenere la famiglia, a fare il benzinaio sulla via Ostiense a Roma. E’ questa un’altra classica irriconoscenza del bel paese.


Le immagini fotografiche, che riproducevano l'eroe della banchisa polare mentre riforniva di carburante le macchine sulla via Ostiense, furono pubblicate nei vari settimanali dell’epoca.

Il Centro Radio, allora il più potente in Italia, fu costruito per svolgere traffico intenso con le colonie nel mar Rosso e verificare, con il nuovo trasmettitore ad alta potenza ad onde persistenti (Ad arco tipo Poulsen da 250 kW) la fattibilità, per la prima volta in Italia, di collegamenti affidabili con gli USA. Fu realizzato anche il centro di ricezione a Monterotondo.   L'antenna era un triangolo equilatero sostenuto da tre piloni alti 200 metri. Le frequenze utilizzate variavano da 7000 metri (42,9 khz) a 11000 (27,3 khz). 

Nel corso dell'anno 1926 entrarono  in funzione oltre agli apparecchi trasmittenti ad arco Poulsen da 250 kW( onda 10.750 metri) due apparecchi trasmittenti a valvola di 6kW, uno di 66 metri e l'altro di 32 metri. Con una intensa campagna di attività in onda corta la Marina constatò che tutte le osservazioni di propagazione in onde corte collimavano perfettamente con i dati degli esperimenti di Prescott dei Laboratori di Schenectady (General Electric) per onde di circa 33,65 e 109m.  

Nel 1927 l'impianto fu completato con il più moderno trasmettitore di onda media con nuove antenne e onde di 2250 e 4800 metri e potenza sufficiente per comunicare con l'Europa e tutto il Mediterraneo.  

Questi notevoli miglioramenti apportati al Centro R.T. di Roma S,Paolo  furono attribuiti  al tenente Baccarini Ugo e al  Capo Elettricista Antonelli Fabrizio.  

 

Attualmente è possibile vedere dall'esterno la palazzina di comando, la sala trasmettitori e la targa con ancora visibile la scritta "Radio San Paolo".

Le illustrazioni storiche sono tratte da:

“La Stazione Radiotelegrafica di Roma S.Paolo” Elettrotecnica 15 Giugno 1919.

"Il centro Radiotelegrafico di ROMA (San Paolo)" Pession e Montefinale - Elettrotecnica 1928.

STAZIONE RADIO RICEVETE MARINA MILITARE S.ALESSANDRO
STAZIONE RADIO RICEVETE MARINA MILITARE S.ALESSANDRO

 

STAZIONE RADIOTELEGRAFICA DI

MONTE MARIO - ROMA

 

Stazione ad albero con filo aereo. Fotografia della Sezione fotografica del Genio”. Da: L’illustrazione Italiana”, 1 febbraio 1903.

La stazione da poco installata dalla Marina italiana a Monte Mario, permette il collegamento con la Sardegna, essendo in corrispondenza con la stazione di Becco di Vela, sull’isola di Caprera. Quando Marconi giunge a Roma nel maggio 1903 l’impianto è già stato potenziato, con l’aumento del numero dei fili, portati da quattro a sei.

 

L’inventore della telegrafia senza fili, visita la prima stazione radio-telegrafica installata a Roma dalla Marina Italiana, compiendovi esperimenti di trasmissione. Egli manda il suo saluto ai sottufficiali di stanza nella stazione installata sull’isola della Maddalena, Lo Sacco e Da Pozzo, che sei anni prima hanno lavorato con lui, durante gli esperimenti che il giovane scienziato bolognese ha compiuti, rispondendo all’invito ufficiale del Governo, in collaborazione con la Marina Italiana, nel Golfo di La Spezia.

 

 

 

 

 

 

 

Ultimamente è intercorsa una fitta corrispondenza con I4YTE disquisendo del più e del meno del mondo della telegrafia. Avendo saputo che ero in vacanza a Taranto, Urbano I4YTE, molto conosciuto nel nostro ambiente e maggiormente in quello degli  RT di mestiere, mi dice  “ah sei a Taranto, se ti riesce e non è proibito, magari anche da lontano con una panoramica dall’alto e se hai voglia di scarpinare (così ti raccogli qualche fico d’india, ce n’erano molti una volta) fai delle foto a ICT, palazzine, area e quant’altro”.

Dopo qualche giorno mi sono messo alla guida della mia auto destinazione  ICT Stazione RT Montebelvedere  di San Giorgio Jonico distante circa 10 chilometri da Taranto.  Mi aspettavo di trovare un sito, sicuramente dimesso ma in grado di testimoniare la sua storia ormai trascorsa. Niente di tutto questo. Il sito è abbandonato da decenni e di recente acquisito dall’Associazione culturale Stazione Radio Monte Belvedere che intende valorizzare appieno il sito che presenta scenari a dir poco suggestivi. Intanto in questo luogo si esibiscono complessi musicali con annesso ristoro. Forse è così che intendono valorizzarlo. Di seguito ci sono le immagini che ho ripreso per non dimenticare. Non c’è traccia di tralicci, antenne e quant’altro.

Neanche i fichi d’india di cui parlava Urbano.

 

La mia impressione: UNA TRISTEZZA INFINITA!

 

 

 


Questo era il cortile della Stazione Radiotelegrafica di S.Giorgio Jonico ICT. A Sinistra, non completamente inquadrato, si vede un rimorchio, era un grosso elettrogeneratore che sarebbe dovuto intervenire in caso di malfunzionamento o mancanza di energia elettrica.

 

 

In una sua mail l'amico Urbano I4YTE mi comunica che questa era la sede operativa. I trasmettitori distavano una ventina di km. Perfino le antenne riceventi, se non ricorda male, erano altrove.

 

Navigando in Internet ho trovato su Facebook il seguente annuncio:

 

Evento organizzato dall'Associazione culturale Stazione Radio Monte Belvedere con il patrocinio del comune di San Giorgio Jonico in una vecchia stazione radio della Marina Militare Italiana abbandonata da decenni e di recente acquisita dalla predetta associazione che int...ende valorizzare appieno il sito che presenta scenari a dir poco suggestivi.

      

 

 

        Stazione Radio Monteparano

 

Il sito in questione, fino alla data del 9/8/73, ha rappresentato la Principale Stazione Radio Trasmittente del Dipartimento della Marina Militare avente giurisdizione sullo Jonio e sul Canale d’Otranto. Di concerto con la Stazione ricevente di San Giorgio Jonico ha rappresentato, in ambito Marina Militare, il punto principale di quelle che erano le comunicazioni da e per le navi impegnate in mare e tra il Comando Dipartimentale e lo Stato Maggiore Marina.
La Stazione RT di Monteparano disponeva di una serie di apparecchiature e di antenne che permettevano tali collegamenti, all’interno della stazione vi era una galleria strutturata quale Centro Operativo protetto, diverse sistemazioni logistiche che permettevano l’alloggio e il vivere quotidiano di 31 uomini tra Sottufficiali e marinai, 2 alloggi di servizio per le esigenze delle famiglie del Capo Posto e del Sottordine, il tutto sviluppato su un area di circa 3 Km² protetta con una recinzione metallica che delimitava tali aree catastalmente, ancora oggi, classificata Riservata.
I circa 30 anni di abbandono hanno determinato un degrado di tali strutture, ma oggi sono ancora ben visibili i tralicci di sostegno delle antenne, quelli che vengono comunemente denominati “Marconi”, è ancora presente la galleria che rappresenta per la sua composizione un alto valore significativo di ingegneria della costruzione, è ancora presente un radiofaro al servizio dell’aeroporto di Grottaglie, è presente una costruzione al servizio delle Poste e telegrafi, ma sono ancora ben presenti nelle memorie delle persone un po’ più anziane di Monteparano, tanti momenti condivisi con il personale della Marina, che vanno dal sostegno dato in stati di emergenza, quali quelli del 9/11/68 quando vi fu un allagamento dei locali, a quello del 2/7/69 quando la stazione fu interessata da un incendio che interessò le aree interne ed esterne della Stazione, dove lo spazio esterno era adibito, dalla popolazione locale, per la trebbiatura del grano.

 

 

Tratto dal sito Monteparano - immagini a cura di Giuseppe Santovito

                                       NAPOLI RADIO IQH

Il caro amico Vittorio LIGUORO - IK8PPT, trascorse circa 24 anni presso la stazione radiocostiera di Napoli Radio IQH. Vittorio era il padre di Rino - IZ0SPE e anche gli altri suoi tre fratelli (Giovanni, Ferdinando, Francesco) hanno condiviso la sua  professione sia come Radiotelegrafisti di bordo che nelle Stazioni Radio Costiere.

 

 

 

 

 

       STAZIONI COSTIERE ITALIANE

 

 

 

ROMA RADIO (GESTITA DA TELECOMITALIA) CONTROLLA A DISTANZA LE SEGUENTI STAZIONI :

 

IQX TRIESTE RADIO……………………………… . 2.624 kHz

ICB GENOVA RADIO……………………………… . 2.642 kHz

IPD CIVITAVECCHIA RADIO……………………. 1.888 kHz

IPL LIVORNO RADIO………………………………  2.591 kHz

IDC CAGLIARI RADIO…………………………….. 2.680 kHz

IPA ANCONA RADIO………………………………   2.656 kHz

IQP SAN BENEDETTO  RADIO…                1.855 kHz

IZN PORTO TORRES RADIO……… ……….   .2.719 kHz

 

 

 

Palermo radio controlla a distanza le seguenti stazioni costiere :


IQQ Mazara Radio         Freq. di lavoro  2600 khz

IQH Napoli Radio           Freq. di lavoro  2632 khz

IDF Messina Radio         Freq. di lavoro  2789 khz    

IPB Bari Radio               Freq. di lavoro  2759 khz

IQN Lampedusa Radio   Freq. di lavoro  1876 khz

IPC Crotone Radio         Freq. di lavoro  2663 khz

IQA Augusta Radio         Freq. di lavoro  2628 khz

 

 

AUGUSTA RADIO IQA
AUGUSTA RADIO IQA
IDC CAGLIARI RADIO
IDC CAGLIARI RADIO
IPD CIVITAVECCHIA RADIO
IPD CIVITAVECCHIA RADIO

 

 

 

TRIESTERADIO/IQX HA SEGNATO UN' EPOCA: 1947-1996

 

a cura di:

Giancarlo d’Italia, anni 81 ed ex RT di IQX dal 1954 al 1994 (con una parentesi dal 1980 al 1990 su petroliere della Phillips e della Marathon).

 

Poche righe per cercare di ricostruire la vita della nostra stazione ed in parte anche la nostra poiché vi abbiamo lavorato per tanti anni. Compito non facile quello di recuperare il ricordo di tanto tempo passato e per certi episodi dobbiamo accontentarci di una descrizione generica in mancanza di date ed elementi più precisi.

Con la conclusione della Seconda Guerra Mondiale viene istituito in questa parte d'Italia il Territorio Libero di Trieste e posto sotto l'amministrazione del Governo Militare Alleato. La fine della guerra comporta l'aumento dei traffici marittimi e la conseguente necessità per la città di avere un proprio centro radio.

Da un incontro di Giorgio Segala, Floriano Tranquillini ed il Maggiore Haiworth, allora direttore delle Poste e Telegrafi per conto dell’Amm. Anglo-Americana,nasce la decisione di costituire un Centro Radiomarittimo per assolvere la corrispondenza commerciale e assicurare la sicurezza della vita umana in mare. Sia Segala che Tranquillini sono dipendenti delle Poste e Telegrafi ed hanno una profonda conoscenza in materia acquisita nella Marina Militare, Segala a ColtanoRadio, il principale centro della Marina durante la guerra. Il nominativo assegnato al nuovo centro è IQX e se si pensa alla situazione politica di allora questa assegnazione risulta molto importante.

La prima sede è presso la Lanterna; è il vecchio faro situato all'ingresso del porticciolo della Sacchetta, al termine delle rive. Parte dell'apparecchiatura viene recuperata presso un campo Arar (deposito di residui anglo americani): un ricevitore BC, un RCA, un Marconi per le onde medie, un trasmettitore BC610 e viene poi integrata con un trasmettiore da 300w per le onde medie ed uno da 5Kw per le onde corte.

Nei primi anni il personale RT proviene proprio dal Reparto Telegrafico delle Poste dove si trovano operatori con grandi capacità ed esperienza acquisite anche durante l'ultima guerra. Una delle foto dell'album che risale al 1947, si riferisce all'inizio dell'attivita che si svolge principalmente su onde medie (Kc/s 500 e 474) ed in onda corta su 8 Mc/s.Si vedono alcuni RT all'opera; sono:Giacomelli, Romeo e Maccari. Ma ricordiamo anche Brussi, Clementi,Favretto, Ferri, Fillini, Franchin, Lupieri, Orlandi, Salvini e Stocchi.

Dopo circa un anno i ricevitori vengono trasferiti nel Castello di S. Giusto. Un occasionale e piccolo incendio viene preso in considerazione per dare al Centro Radio una sede più adeguata sia per dividere sostanzialmente il reparto ricevente da quello trasmittente. Per la Ricevente viene scelto un terreno attiguo alla Casa Cantoniera sulla statale Trieste-Opicina, alla confluenza della via per Conconello, e della via Commerciale che porta a Trieste. Per la Trasmittente, a circa 4 km in linea d’aria, sul colle di Monteradio, attiguo al terreno sul quale sorgono le antenne della RAI.

Le nuove sedi vengono inaugurate nel 1950. Il personale radiotelegrafista che viene impiegato tra il 1947 e il 1954 viene reperito tra il personale del telegrafo postale di Trieste. Vanno menzionati: Uditisti Coloniali Marconisti

Negli anni 1953-54 viene aggiunto il servizio in fonia, si opera su 2 Mc/s per le brevi e medie distanze e su 6, 8, 12, 16 22 Mc/s per quelle lunghe. La dotazione degli apparati viene integrata da ricevitori Marelli, Hallicrafter, Rca, Racal, Marconi, Siemens ed Allocchio Bacchini. Alla Trasmittente entrano in funzione un nuovo trasmettitore Marconi da 5 Kw ed uno della Standard-Face.

La copertura degli ascolti è continua, H24, su 4 frequenze che al mattino possono diventare 6 per particolari esigenze. I turni sono di 6 ore a rotazione. Nelle ore diurne è presente anche un telescriventista.

Allora le liste tfc erano trasmesse separatamente (c’era ancora NapoliRadio IQH, durerà qualche anno)

Alle 18:00 Gmt di ogni domenica IQX trasmetteva il segnale orario, i risultati di calcio di serie A e B, i risultati sportivi particolari e la sua lista tfc sulle Onde Medie e Corte (4, 6, 8, 12, 16). Inoltre IQX effettuava dei QRX con le navi che li richiedevano per assicurarsi un QSO sicuro in QTH di precaria propagazione, e un lancio tra codesti-nato a trasmettere telegrammi destinati a quelle navi che ferme in porto non avrebbero potuto riceverli se non al loro QTO. (veniva effettuato anche da IAR ma con delle limitazioni).

 

Ancora continua il servizio di controllo delle trasmissioni dei Radio Dilettanti(venivano così chiamati i RadioAmatori) con un Allocchio Bacchini (non ricordo il modello ma credo sia stato l’AC180 l’AC20. Il servizio verrà chiuso con l’arrivo dell’Amministrazione Italiana).

Per definizione e per ordine degli armatori, tutto il traffico doveva passare per IAR. I QTC per Iqx sono quasi sempre quelli che provengono da navi in QTH infelici per orario di collegamento, dopo tanto tempo speso a chiamare IAR o ICB (e chi ha navigato sa quanto ci voleva per ricevere una risposta) ed alla fine, alla faccia degli armatori, l’unica speranza restava IQX; diventava così, per gli operatori, un merito, ricevere quelle trasmissioni, le più disturbate anche ed un punto d’onore, non abbandonare la nave. A volte è anche successo che il QTC, non era stato possibile completarlo, o chiederne conferma per alcune

parole dubbie. A differenza di tutte le altre stazioni radio del mondo, che senza QSL si sentivano in diritto di cestinarlo oppure di metterlo in lista per ottenerne la ripetizione, IQX lo inoltrava ugualmente, con una nota esplicativa di riserva

Nel 1976, in occasione del terremoto che devastò il Friuli, IQX si è subito attivato per risolvere i problemi più contingenti. Viene avviato un collegamento radio specifico con gli USA per consentire ai lontani parenti di avere notizie aggiornate dai propri congiunti. Le notizie dalla zona disastrata affluiscono a IQX tramite la rete dei radioamatori temporaneamente installati nella Stazione Ricevente e sul territorio devastato. La Direzione PPTT di Trieste invia immediatamente nella zona terremotata un proprio Dirigente RT col compito di organizzare una rete tra i radioamatori presenti sul posto in sostituzione degli uffici telegrafici distrutti. Per la prima volta in Italia si attiva un collegamento in radiotelescrivente, tra la Prefettura di Udine, il Centro Operazioni di Gemona e TriesteRadio.

E' opportuno anche ricordare che senza l'apporto determinante del personale tecnico della Trasmittente, TriesteRadio non avrebbe potuto operare. Oltre alla normale manutenzione dei trasmettitori i Radiotecnici hanno provveduto a ricostruire in proprio elementi guasti di non facile reperibilità. La realizzazione di un complesso ponte radio per il comando dei trsmettitori direttamente

dai tavoli della ricevente è stata all'epoca un soluzione indubbiamente all'avanguardia. Tale personale tecnico è stato pure impiegato alla Ricevente per la manutenzione dei ricevitori e per tutti gli impianti.

L'attività della Stazione viene messa in evidenza anche da particolari situazioni, ne citiamo qualcuna:

nel 1954 la M/n Toscana trasporta in Australia molti emigranti italiani, parecchi proprio della nostra regione. La presenza degli emigranti ed anche di giornalisti italiani e stranieri determina una grande mole di corrispondenza, radiotelegrammi e articoli di giornali che viene regolarmente espletata tramite IQX.

QSO nella notte del 25 luglio 1956 con l’Andrea Doria poco prima dell'affondamento, per ricevere probabilmente l'ultimo telegramma che era stato un PRID.

MICOPERI 7000 Nel Dicembre 1986 la Fincantieri effettuò a Monfalcone il varo di due scafi omogenei che poi affiancati in banchina sarebbero stati uniti per la realizzazione di un catamarano semi sommergibile di grandi dimensioni (m.190 x 87), completamente autonomo, atto ad operare anche in condizioni di mare gravose, con grande capacità di sollevamento (due gru principali da 7000 tonnellate ciascuna), particolarmente adatta alla installazione di piattaforme petrolifere, ispezioni sottomarine con mini sommergibile e lavori similari. Uno dei mezzi più grandi e moderni dell'epoca. Il completamento dell'opera avvenne in rada a Trieste, lavori durati molti mesi durante i quali, è giusto ricordare TriesteRadio attraverso il servizio VHF, fornì un eccellente ausilio per le necessarie comunicazioni.

IMMAGINI DI IQX TRIESTE RADIO

 

 

 

 

               IPP PALERMO RADIO

 

Palermo radio controlla a distanza le seguenti staz.costiere:

 

IQH Napoli Radio             Freq.di lavoro   2632 khz

IDF Messina Radio             Freq.di lavoro 2789 khz

IPB Bari Radio                 Freq.di lavoro   2759 khz

IQN Lampedusa Radio        Freq.di lavoro 1876 khz

IPC Crotone Radio             Freq.di lavoro  2663 khz

IQA Augusta Radio             Freq.di lavoro 2628 khz

 

 

 

 

 

          I IPB - Bari Radio 

Il centro operativo di Bari Torre a Mare.

Questa stazione era presidiata fino ad una decina di anni fa, ora è sicuramente attiva ma in telecontrollo da Palermo. Gestisce il traffico sui 2579Khz.

Le antenne di Bari San Giorgio. utilizzate per il traffico in telegrafia

Le antenne di Bari Radio a Monte Parano

 

 

 

 

               SRT S. IGNAZIO

 

 

 

 

         IPC - Crotone Radio

 

 

 

 

 

STAZIONE COSTIERA ICH GUARDIAVECCHIA - LA MADDALENA

Sino al 2000 adibito a Centro di Telecomunicazioni della Marina Militare
Sino al 2000 adibito a Centro di Telecomunicazioni della Marina Militare
SEDE, A SUO TEMPO,  DELLA PRIMA SCUOLA DI TELEGRAFIA DELLA MARINA MILITARE
SEDE, A SUO TEMPO, DELLA PRIMA SCUOLA DI TELEGRAFIA DELLA MARINA MILITARE
VARIGNANO
VARIGNANO

 

 

 

 

                            C.I.R.M. 

CENTRO INTERNAZIONALE RADIO MEDICO

 


La targa all'ingresso della villetta del CIRM nella sede di Roma Eur

 

Le antenna della stazione radio del Cirm (IRM) installate sul tetto del Ministero della Marina Marcantile

 

L'antenna ad onde corte installata sul tetto della sede del Cirm

 

Una della postazioni utilizzate dai medici per la trasmissione di telex o per traffico radio in onde corte

 

 

 

 

In una villetta dell'EUR, noto quartiere a sud di Roma, vi è la sede Centro Internazionale Radio Medico la struttura che fornisce dal 1935 assistenza medica via radio alle navi di tutto il mondo. Noto agli appassionati di radioascolto per la sua stazione radio in onde corte IRM e per i suoi frequenti collegamenti attraverso le stazioni radio costiere (prima di tutte IAR Roma Radio) il centro garantisce un servizio attivo 24 ore su 24, 365 all'anno attraverso dieci medici professionisti che si alternano alle sale operative e che possono comunicare con le navi almeno in tre lingue.

Attualmente il centro utilizza per mettere in contatto i medici di guardia con i pazienti a bordi della navi principalmente il Telex e il sistema satellitare Immarsat-C. Il Telex come sappiamo viene utilizzato praticamente dalla maggior parte delle navi mercantili e dai traghetti e permette attraverso il sistema di trasmissione SITOR-A lo scambio continuo di messaggio di testo con l'appoggio delle varie stazioni costiere. Immarsat-C è invece un sistema satellitare a copertura globale per permette lo scambio di messaggi con protocollo "store and forward" con caratteristiche di velocità e affidabilità. Il Cirm utilizza per il Telex un interfaccia gestita attraverso personal computer che connette attraverso varie linee il centro direttamente a Italcable e Roma Radio. Per Immarsat-C viene utilizzato un collegamento ISDN diretto con il centro satellitare del Fucino. In alternativa a questi due sistemi vengono usati la stazione radio IRM e i servizio radio-telegrafici della staziona costiera, gestita da Telecom Italia, Roma Radio. IRM, la storica stazione radio del Cirm, attiva ormai dal 1935 (il nominativo internazionale IRM è stato assegnato nel 1950) è ospitata nei locali del Ministero della Marina Mercantile (che si trova sempre all'EUR a poche centinaia di metri dalla villetta del CIRM) e funge ormai come Beacon in telegrafia dell'attività del centro in quanto per la maggior parte dei collegamenti vengono utilizzati i potenti trasmettitori da 10 kw di IAR - Roma Radio. Per farsi un'idea dell'utilizzo di questi mezzi di comunicazioni ecco il numero delle varie richieste di assistenza pervenute al Cirm durante il 1998: 462 chiamate via telex satellitare, 358 chiamate in fonia HF, 80 chiamate via FAX, 8 attraverso la rete delle stazioni costiere americane USCG e solo 6 attraverso la stazione del centro IRM.

 

Frequenze utilizzate da IRM - Cirm Roma

4342, 6365, 8685, 12748, 17105 e 22525 khz Telegrafia

Per rapporti d'ascolto: Cirm, Via dell'Architettura 41, 00144 Roma o www.cirm.it

 

 

 

 

 

 

 

 IL CENTRO RADIO DI COLTANO 
                

                 LA STORIA
Cliccare sulle immagini per una migliore risoluzione

 

La storia del centro radio di Coltano inizia nel 1903 con l’approvazione del Governo Italiano della costruizione della stazione radiotelegrafica e nel 1904 il Re e Marconi si incontrarono a Coltano scelsero la località chiamata il Corniolo dove costruire la Stazione e qui il Re pose simbolicamente la prima pietra. I tempi di costruzione furono molto lunghi e le prime prove di collegamento di svolsero solo durante il 1910 per arrivare nel novembre 1911 all’inaugurazione dell’Impianto alla presenza del Re e di Marconi con i primi collegamenti con Massaua e Mogadiscio.

Dal 1919 al 1924 venne impiegato dalla Regia Marina per estendere le comunicazioni alle imbarcazioni in navigazione in Vlf (16-18 khz), grazie anche ad un ampliamento delle antenne. Fu infatti nel 1920 che venne realizzata un'ampia antenna "a tenda" di 240 metri di lato, retta da piloni alti 250 metri; contestualmente, nella zona di Migliarino, venne realizzato un ulteriore centro di ricezione.

Dal 1924 la gestione venne affidata ad una società privata, la "Italo Radio", finché nel 1930 il Centro passò sotto la gestione diretta del Ministero delle Poste con l’attivazione dei nuovi collegamenti in onda corta. 

Il Centro, che fino al 1940 veniva regolarmente impiegato per comunicazioni con tutto il mondo, vide distrutte completamente le antenne durante la seconda guerra mondiale, mentre la Palazzina Marconi subì solo minimi danni; tuttavia le antenne non vennero mai più ricostruite, e le strutture non vennero più riutilizzate.

Dal 1952 lo spazio adiacente al centro radio è stato utilizzato dalla Rai per impiantare due trasmettitori ad onde medie per servire la zona di Pisa. Ancora oggi questo impianto radio è attivo ed è in via di rinnovamento.

(grazie a Gianfranco Verbana per la ricerca storica)

 

La storica stazione sita in COLTANO (Pisa) fu edificata nello stile neoclassico in voga in quegli anni e messa a punto,  agli inizi del secolo scorso, dal grande scienziato e inventore della Radio Guglielmo Marconi e rappresentò, insieme al mirabile sistema di antenne, il maggiore e più imponente centro rice/trasmittente dell’epoca.  Da  Coltano furono inviati primi messaggi  all’Eritrea e alla Somalia, qui fu ricevuto il segnale del Titanic che affondava.

 

Ecco alcune fotografie che ritraggono il pessimo stato di conservazione dell'unica palazzina rimasta in piedi dell'impianto radio di Pisa Coltano. Si tratta della palazzina utilizzata da Guglielmo Marconi nel 1910 per collegamenti a lunga distanza con tutto il pianeta. Questo luogo viene utilizzato come base per la stazione radioamatoriale IY5PIS dalla sezione ARI di Pisa per l'International Marconi Day

 

COLTANO  OGGI
COLTANO OGGI

 

 


 

NEGLI ANNI 60 SI CHIAMAVA "SCUOLE C.E.M.M." – Qui’  si svolgevano i Corsi RT

 

Capo Mazzola era l’Istruttore di Telegrafia come evidenziato in alcune immagini.

 

 

 

 

        SCUOLE C.E.M.M. LA MADDALENA

    IQP SAN BENEDETTO DEL TRONTO RADIO

                              

 

                                  1855 KHZ

 

         RACCONTATO DA DOMENICO CASELLI

                   - I6HWD -             INORC 337

                     Introduzione

 

San Benedetto del Tronto Radio – IQP - ma tutti la conoscevano come Sambenedettoradio. Ne rimasi attratto ed affascinato quando la sentii per la prima volta in AM con un vecchio ricevitore  IRRADIO, era il 1968. Oggi di quel cimelio mi sono rimaste solo le manopole  color avorio, il robusto condensatore variabile, qualche resistenza ed il grande altoparlante interno con il suo pesante fardello: il trasformatore d’impedenza. Quante ore e quante notti insonni trascorse davanti a quel ricevitore. Sambenedettoradio…..la 1855 kHz era  sempre occupata per via  del grande traffico che IQP svolgeva con la locale marineria  e le numerose navi in transito. Passavo ore ed ore ad ascoltare traffico radio di ogni genere da e per le navi che si servivano di questa potente stazione costiera senza perdermi l’ascolto degli avvisi ai naviganti. Come impiegato di una agenzia marittima da tantissimi anni, nel tempo libero, il mio hobby di radioamatore era complementare alla mia attività svolta in ufficio e nell’ambito portuale pertanto il mio interesse era particolare.

 

                  

 

LA RADIOCOSTIERA SAMBENEDETTESE - 1950
LA RADIOCOSTIERA SAMBENEDETTESE - 1950

                  IQP SAN BENEDETTO RADIO 1950

Sambenedettoradio… quante volte nel corso della giornata sono stato chiamato in agenzia o a casa, di sera,  dai vari operatori. Tutti i giorni  ricevevo sempre qualche  richiesta, navi che dovevano necessariamente  comunicare con me per informarmi sulla loro ETA o per rettificarmi la stessa, per scambiarci istruzioni o per aggiornarci su eventuali dirottamenti; ricevevo chiamate dalle varie navi frigorifere in giro per il mondo a raccogliere il pescato delle nostre navi oceaniche, quei giganteschi motopesca che spessissimo effettuavano il  trasbordo in pieno oceano, in balia delle onde, senza rientrare in porto, il tempo necessario per imbarcare  900/1000 tonnellate di pescato e via…. rotta su  San Benedetto del Tronto.

 

1949 –  LA RADIOCOSTIERA SAMBENEDETTESE  OPERATA DA  GIUSEPPE MOSCA OGGI I6TIH
1949 – LA RADIOCOSTIERA SAMBENEDETTESE OPERATA DA GIUSEPPE MOSCA OGGI I6TIH

Con grande nostalgia sento il dovere di sottolineare l’intensa attività delle navi cisterna per le quali ho speso la maggior parte del mio tempo lavorativo, quelle navi cisterna comandate da uomini particolari, uomini tutti d’un pezzo, uomini con cui era inevitabile allacciare rapporti di vera amicizia, persone con le quali ancora oggi scambio telefonicamente gli auguri in occasione delle festività,  uomini con cui ho sempre collaborato al massimo, uomini, capaci di calarsi come in quel freddo Gennaio del 1986 in maniche di camicia  giù, lungo la catena dell’ancora per soccorrere l’equipaggio di una piccola imbarcazione (io stesso ero presente). Fu quello uno spettacolo che mi si presentava  in una buia alba invernale, fredda e gelida sotto un cielo plumbeo con una pioggia sferzante, con un vento capace di far arare le ancore di una M/c di 3000 tonnellate; qualcuno sorriderà, ma chi conosce il nostro porto, con navi di quella stazza, erano al limite in tutti i sensi: pescaggio, area di manovra, posti d’ormeggio ecc. ecc.. Quella mattina mi è rimasta impressa nella mente come una scena dantesca che non dimenticherò mai. Il comandante era il giovane Alberto De Pirro di Porto Santo Stefano e la nave era la nuovissima e  bellissima M/c “Selene Ara” disgraziatamente naufragata nel 1985 due miglia a largo di Gaeta.

GROTTAMMARE   A.P.   2004 PARTE  DELL' AREA DOVE SORGEVANO  I PIU' GRANDI DEPOSITI COSTIERI DEL CENTRO ITALIA ( I.I.P. - ESSO)   

 

Queste navi, provenienti da quasi tutte le raffinerie italiane, hanno battuto per oltre trent’anni  la rotta di S.B.T. e questo, grazie ai depositi costieri  della Shell, divenuta poi IP ed in seguito IIP  ed Esso,  siti  a Grottammare – località confinante con SBT – . Di quei depositi oggi rimangono tre giganteschi serbatoi dentro i quali, sembrerebbe, sorgeranno delle attività commerciali. Si…., all’interno di questi enormi cilindri di acciaio dello spessore di 20/25 mm, al momento rimasti abbandonati, testimoni di un glorioso passato che hanno visto transitare al loro interno milioni e milioni di tonn. di combustibile trasportato da migliaia di navi cisterna, quelle navi che oggi rimangono solo nei ricordi di gente come me che ha vissuto quell'intenso periodo in modo molto particolare, essendo legato un poco per via di mio padre da sempre per mare un poco dall' amicizia con gran parte degli equipaggi e loro comandanti, molti dei quali oggi, sfortunatamente, non sono piu' tra noi. Si.... qualcuno ha intenzione di usare questi grandi colossi  o meglio, quel che ne rimane per costruirci qualche attivita' commerciale o una grande discoteca  con tutti i pro ed i contro. Ora, su tutta la vastissima area e' sorto un grande centro commerciale ed un modernissimo e frequentatissimo Istituto Scolastico….. purtroppo, tutto ha un inizio ed una fine. Dopo questa breve e doverosa premessa, spero rimanga più facile al lettore capire ed immaginare che tipo e  quantità di traffico avevamo nel nostro piccolo porto per non parlare del grande traffico radio, smaltito da Sambenedettoradio, sempre occupata, giorno e notte, con navi cisterna, mercantili e pescherecci locali e non. Ricordo che a qualsiasi ora del giorno e fino a notte inoltrata la 1855 Khz era sempre occupata da qualcuno.

 

LA RADIOCOSTIERA SAMBENEDETTESE– 1949  ED I SUOI OPERATORI

    DA SX:  NEREO GROPAIZ – GIUSEPPE MOSCA  I6TIH – SERAFINO ROMANI     SI NOTI SULLA PARETE LA FOTO DI MARCONI E LA SCRITTA "SILENZIO"  NECESSARIA PER EVITARE     CONFUSIONE AI FREQUENTATORI  CHE ANDAVANO AD AVERE NOTIZIE    

                Giuseppe Mosca-I6TIH                                       Nereo Gropaiz

Il porto di San Benedetto era anche la base della grande flotta peschereccia oceanica, oltre quaranta navi da pesca che tra gli anni 1960 ed il 1990 scorrazzavano in lungo e in largo nell’oceano Atlantico ed Indiano. Non tutti sanno pero', ed e' bene ricordarlo, che nel 1936, due nostre navi oceaniche tentarono la grande avventura della pesca al merluzzo nei gelido Mare del Nord, in Groelandia, seguendo le rotte polari con due pescherecci storici: il M/p ORATA ed il M/p NASELLO . Queste grandi imprese contribuirono pian piano a costruire  la storia di San Benedetto del Tronto e dei suoi marinai. Il 18 Ottobre del 1967, dopo aver battuto le rotte Atlantiche ed attraversato il Mar dei Caraibi,  altra grande impresa del M/p Oceanico Marchegiani Terzo di TSL 400 circa, al comando del Capitano G. Battista Crescenzi detto " l'Unglese", oltrepassa il Canale di Panama tentando la fortuna nell' Oceano Pacifico. Piu' tardi, negli anni 70 i nostri capitani (ne conosco tantissimi ma non li cito per non dimenticare nessuno di questi veri uomini di mare) si spinsero  oltre le Falkland con navi di appena 500/600 tonnellata di stazza. Chi conosce bene il mare sa che queste imprese non sono cose di poco conto. Mio padre ha fatto parte di questa grande generazione di marinai che circumnavigavano l’Africa a bordo di  piccoli mercantili di appena 600 tonnellate.

Nel nostro porto arrivavano anche delle navi bitumiere che caricavano alla Mineralimpeks di Durazzo e  numerose navi della Losiniska Plovidba  di Dubrovnik con i loro carichi di tronchi di faggio; queste arrivavano così cariche, ma così cariche, da sembrare dei sommergibili. Stazzavano circa 1500 tonnellate e trasportavano quasi sempre un carico così eccessivo che della nave si vedeva soltanto la plancia di comando, la coperta a filo d’acqua e parte della prora. Una cosa impressionante, ogni volta…..non mancavano le animate discussioni, arronzate e verbali della Capitaneria di Porto, ma la cosa importava poco a quei comandanti dell’allora Yugoslavia, per loro contava aver portato a destinazione  il carico. Ne cito uno in particolare che voglio qui ricordare per la sua affabilita', il com.te  Mate Pavicic e la sua nave " LOZNATI". Un ricordo particolare va alla nave PALAGRUZ, ex veliero completamente in acciao trasformato per l'occasione in nave da carico..... uno stupendo veliero convertito o meglio mutilato orrendamente da armatori "macellai" assetati......................era l'anno 1976 ed ancora tantissime "carrette incerottate" solcavano l'Adriatico.

 

 


1958 –  IQP - SAN BENEDETTO PT  RADIO       DA SX I TECNICI / OPERATORI  GIUSEPPE MOSCA I6TIH ED IMPERO BOELLIS ALLE PRESE CON       UN NUOVO APPARATO ARRIVATO DA POCO......UN  HALLICRAFT
1958 – IQP - SAN BENEDETTO PT RADIO DA SX I TECNICI / OPERATORI GIUSEPPE MOSCA I6TIH ED IMPERO BOELLIS ALLE PRESE CON UN NUOVO APPARATO ARRIVATO DA POCO......UN HALLICRAFT

Nel nostro porto arrivavano anche delle navi bitumiere che caricavano alla Mineralimpeks di Durazzo e  numerose navi della Losiniska Plovidba  di Dubrovnik con i loro carichi di tronchi di faggio; queste arrivavano così cariche, ma così cariche, da sembrare dei sommergibili. Stazzavano circa 1500 tonnellate e trasportavano quasi sempre un carico così eccessivo che della nave si vedeva soltanto la plancia di comando, la coperta a filo d’acqua e parte della prora. Una cosa impressionante, ogni volta…..non mancavano le animate discussioni, arronzate e verbali della Capitaneria di Porto, ma la cosa importava poco a quei comandanti dell’allora Yugoslavia, per loro contava aver portato a destinazione  il carico. Ne cito uno in particolare che voglio qui ricordare per la sua affabilita', il com.te  Mate Pavicic e la sua nave " LOZNATI". Un ricordo particolare va alla nave PALAGRUZ, ex veliero completamente in acciao trasformato per l'occasione in nave da carico..... uno stupendo veliero convertito o meglio mutilato orrendamente da armatori "macellai" assetati......................era l'anno 1976 ed ancora tantissime "carrette incerottate" solcavano l'Adriatico.

 

IQP - SAN BENEDETTO RADIO – 1950
IQP - SAN BENEDETTO RADIO – 1950

 Avrei tantissimi episodi da raccontare, purtroppo non sono un gran narratore, episodi belli e brutti, qualcuno di essi, ancora oggi, destano in me molta tristezza come quello accaduto ad un “membro dell’equipaggio della M/c “Santo Stefano” che dopo aver scaricato e fatto zavorra, lasciò il porto di S. Benedetto in fretta e furia a causa di una perturbazione in arrivo che l’avrebbe costretta in porto per alcuni giorni. Risultato….. disormeggiò, manovrò per l’uscita e mise la prora per Taranto, purtroppo in tanta fretta dimenticarono il cane a terra.   Non ricordo più come si chiamasse la bestiola, ma si accorse del fatto la mattina seguente il nostro pilota, il grande Luigi Marzullo, (che nulla ha a che vedere con il Marzullo della RAI hi!), quando mi telefonò facendomi presente l’accaduto mi precipitai in banchina e constatai il fatto di persona . Sapevo benissimo che fine avrebbe fatto quella povera bestia e dopo aver riflettuto sul da farsi, tornai in ufficio per fare  qualche telefonata; contattai i  direttori dei depositi costieri, persone con cui avevo ottimi rapporti, avvisai il nostromo del porto, il sempre disponibile Capo Vinicio Antoccia e spiegando quello che era accaduto, feci qualche raccomandazione qua e là in banchina agli scaricatori affinché il cane non venisse né maltrattato né disturbato.

 

La bestiola, di taglia media,  aveva un manto tigrato, rimase in banchina per diciassette giorni in attesa della nave. Durante questo periodo di sosta forzata, mi alternavo con il pilota e l’ormeggiatore, il bravo Pino Lo Guasto, per portare da mangiare al povero cane. Per qualche giorno l’animale non toccò cibo, remissivo e impaurito, nei suoi occhi traspariva  tristezza e dolore,  restava immobile come in attesa del colpo finale. Il povero cane  non sapeva cosa fare, appariva disorientato e non sapeva quale destino l’aspettasse dopo aver perso la sua nave;  accucciato in banchina non voleva sapere né di muoversi né di mangiare. Per qualche giorno tememmo il peggio, poi per fortuna iniziò a toccare cibo, ma non si mosse dalla banchina. E’ facile immaginare la reazione del Comandante quando lo avvertii via radio dell’accaduto,  per fortuna però tutto si concluse nel migliore dei modi. Il comandante, il caro Vittorio Bertolino capì con che razza di “bestia” aveva a che fare, il cane lo aveva atteso sul ciglio della banchina, senza muoversi, per tutti quei giorni….”credo sia una grande prova di fedeltà….” mi confesso’. Il Comandante Bertolino mi promise che da quel giorno, prima del disormeggio, si sarebbe assicurato  della presenza del cane a bordo.

Questa  parentesi,  serve solo per far capire come operavamo in un piccolo porto e come Sambenedettoradio era per noi di “casa”. Nella mia stazione radio avevo (ed ho tutt’ora) tre RX, uno sintonizzato sulla  mitica 500 khz, uno 2182 khz e uno su 1855 khz S.B.T.radio.  Tra un QSO in CW e l'altro, ero sempre pronto ad intercettare le chiamate radiotelefoniche a me dirette facendomi cosi' trovare  subito al telefono in modo da ricevere gli aggiornamenti sull’ETA o per passare le disposizioni relative all'ordine di  discarica delle  navi ormeggiate in rada, i “cancelli” da rispettare, il successivo porto di destinazione/carico, ecc. ecc. ( la mia modesta “stazione” situata nel sottotetto,  negli anni 70 era sprovvista di telefono, pertanto dovevo obbligatoriamente  “sciropparmi” tre piani di scale per raggiungere il mio

 

appartamento).  Spesso, previo accordi con i comandanti delle navi, evitavamo il contatto radiotelefonico serale perché tutte le sere ad un’ora prestabilita, se ricordo bene alle 23:00,  su 2286 kHz c’era uno scambio di informazioni  tra le motonavi delle varie società armatrici : posizioni, condizioni del tempo e del mare, durante quei QRX, i comandanti delle motocisterne, sapendo che il sottoscritto era in ascolto,  mi comunicavano/rettificavano l’ETA e se l’urgenza lo richiedeva, avanzavano  richieste, come per esempio il rinnovo dei certificati-nave o per le  provviste di bordo. Questa dovuta introduzione e' la mia semplice testimonianza vissuta in prima persona, pertanto intensa di avvenimenti accaduti nell’arco di  trentatre anni di agenzia marittima nella quale  sono ancora operativo.

Ps: su 2286 khz ore 0700-0900-1100-1600-1900-2300 normalmente avveniva lo scambio di informazioni generali varie, condizioni meteomarine,  posizioni delle navi, etd, ets, eta ecc. ecc.


LA RADIOCOSTIERA SAMBENEDETTESE      

 

          SAMBENEDETTORADIO - IQP  

Si era concluso da poco il secondo conflitto mondiale e la marineria sambenedettese cercava di risollevarsi da quel disastroso periodo che aveva portato solo lutti e fame. Molti pescherecci sambenedettesi requisiti dalla Regia Marina ed adibiti allo sminamento della costa marchigiana furono restituiti ai loro armatori che si prodigarono per riarmarli e rimandarli in tutta fretta alla pesca  con quel poco di  equipaggiamento sottratto ai bombardamenti che avevano devastato la citta' ed in particolar modo l'intera area portuale.

Molte di queste imbarcazioni e relativi equipaggi non fecero piu' ritorno, trovarono la tomba in fondo al mare a causa delle numerose mine disseminate in Adriatico. Mio padre avendo fatto opera di sminamento, mi raccontava spesso queste tristi storie, di donne angosciate che in attesa dei loro cari  si radunavano nei pressi del fanale verde, le disgrazie accadute, i  pianti, i lutti, le famiglie distrutte................ma questa e' un' altra storia.

Ricordo  benissimo che fino al 1970/1975 era cosa assai comune ritrovarsi nella rete da pesca una mina. Rammento chiaramente un giorno di luglio del 1973 quando trovandomi  in porto vidi rientrare il M/p SANDPIPER (oggi M/p IRIS) dell'armatore Tommaso Palestini & Dante Biagini al comando del Cpt Tommaso Palestini, su cui era imbarcato anche un mio zio, Mario Silvestri detto "Besselette", con due grosse mine legate a poppa, lascio immaginare quello che successe ad l'ormeggio avvenuto  dopo aver contattato la Capitaneria di Porto............  Non mi soffermo a lungo perche' ne avrei di cose da raccontare ma, questa breve parentesi serve solo per mettere a fuoco il problema sottolineando  le condizioni operative dei  marinai nell'immediato dopoguerra, ricordando ancora che molti furono  i pescherecci scomparsi nel nulla senza neppure aver avuto l'opportunita' di lanciare un SOS......

Il ripetersi delle disgrazie in mare tocco' l'animo e la mente di un uomo che giorno dopo giorno, aiutato da qualche volenteroso, manifesto' l'idea di munire le imbarcazioni di un ricetrasmettitore dando la possibilita' ai comandanti di contattare una  stazione radio impiantata a terra per eventuali richieste di soccorso. Facile a dirsi ma molto difficile a farsi considerati i mezzi e le apparecchiature a disposizione in quel tempo (stiamo parlando dell'immediato dopoguerra, periodo in cui la vita era difficile per tutti e sicuramente, purtroppo, parlare di radio o stazioni radio per garantire la sicurezza in mare non era un problema di prima necessita', anzi, c'erano cose piu' serie a cui pensare).

 

LO STABILE DOVE NACQUE NEL 1945       LA RADIOCOSTIERA SAMBENEDETTESE
LO STABILE DOVE NACQUE NEL 1945 LA RADIOCOSTIERA SAMBENEDETTESE

Cosi'  fu concepita inizialmente l'idea, l'embrione di una radiocostiera al servizio della marineria sambenedettese e non incomincio' a crescere e svilupparsi nella mente di un uomo. Dopo tanto lavoro di pochi, vari tentativi, prove in mare ed a terra con apparati di recupero, fallimenti seguiti da successi coronati da entusiasmo, apprezzamenti e consensi di tutta la cittadinanza, nacque ufficiosamente ed in via sperimentale nella primavera del 1945 la RADIOCOSTIERA SAMBENEDETTESE  per opera del Sig. Umberto Marcucci, ideatore e fondatore (scomparso nel 1995), fratello di quel famoso Marcucci di Milano molto conosciuto  nel campo radioamatoriale, originario della vicina Ascoli Piceno ma appartenente idealmente a questo laborioso popolo di marinai. Venne cosi' richiesta alle autorita' la licenza per impiantare una stazione radio che inizialmente,  causa problemi di carattere politico,  venne rilasciata e registrata a nome del Sig. Lelio Speranza, nipote del Sig. Marcucci, sambenedettese d'adozione ma originario della vicinissima Massignano. I primi collegamenti radio in fonia vennero effettuati in quell'anno da Umberto Marcucci con  apparati surplus tipo TRC 40 fatti arrivare da Milano ma  provenienti da uno dei piu' grandi depositi di materiale surplus di Livorno da cui attingevano la maggior parte dei  radiotecnici di allora.

Tra mille difficolta' venne individuato il luogo per l'istallazione delle apparecchiature. Era una piccola casetta in mattoni di pochi metri quadrati, ex magazzino adibito a deposito di canapa dai locali funai, dotata di un solo vano e sopravvissuta miracolosamente ai bombardamenti del vicinissimo porto. Sorgeva a Nord Ovest del vecchio campo sportivo “F.lli Ballarin”, in via Morosini, a cento metri dal mare (costruzione ancora oggi esistente e trasformata in negozio). Li furono sistemate le prime apparecchiature reperite da Umberto Marcucci ed erette alcune strutture per il sostegno  delle lunghe filari. Trascorse qualche anno, il tempo necessario per sperimentare, sistemare e rendere operativa la stazione radio che venne inaugurata ufficialmente nel Giugno del 1949 garantendo un servizio radio in fonia tra San Benedetto del Tronto, le navi in transito ed i locali pescherecci.

San Benedetto del Tronto - Via Morosini - Giugno 1949

Inaugurazione di IQP - SANBENEDETTODELTRONTORADIO alla presenza  di Autorita' Civili e Militari Sono riconoscibili nella foto: 2-Pignati Berardino (Velardi'), 7-Gino Mascaretti, 14-Giuseppe Mascaretti, 11-il direttore della radiocostiera  RT Eliseo Bianco, 9-Pietro Rosetti (Cra' Cra'), 16-Michele Caselli (Peco'), 4-Silvio Rosetti (Sciascio'), 10-Marchegiani Nicola e 15-Giuseppe Olivieri (Gnerfi').  

 

Va ricordato e sottolineato che e' stata la prima stazione radio costiera italiana sorta nel dopoguerra nel settore della pesca marittima. Seguiranno a ruota a distanza di tempo, prendendo come esempio la Radiocosciera Sambenedettese, la sua organizzazione, i consigli e l'enorme esperienza accumulata con grandi sacrifici economici dei responsabili, pareri e suggerimenti dei tecnici ed operatori dopo aver constatato e dimostrato l'indiscussa utilita' ed il grande servizio offerto, servizio su cui potevano contare armatori e comandanti che dopo il periodo bellico ricominciarono ad affollare le vecchie rotte Adriatiche e Mediterranee: Bari, Pescara, Mazara del Vallo, Porto Torres, Molfetta, Fano, Grado, Giulianova, etc. etc. La RADIOCOSTIERA SAMBENEDETTESE era gestita dalla SIRM - Societa' Italiana Radio Marittima e la direzione fu affidata al Rag. Eliseo Bianco, abile telegrafista, ex capo RT della Regia Marina Italiana, uomo di grandi capacita’ tecniche, pioniere nel settore delle radiocomunicazioni marittime,  divenuto in seguito  armatore del M/p oceanico " LARUS".

Questa stazione radio, voluta a tutti i costi dai locali armatori ma soprattutto dalla grande marineria Sambenedettese che in quegli anni, in continua espansione, godeva di un irripetibile periodo di grande benessere seguito da necessita' ed esigenze che richiedevano risposte, soluzioni pratiche immediate e fattibili.

1950 -  LA RADIOCOSTIERA SAMBENEDETTESE     ED IL SUO DIRETTORE  L'EX  R.T.   di MARINA  Rag. ELISEO BIANCO

 

 

La  radiocostiera, come veniva chiamata da tutti,  era operativa 24 ore su 24 e sopperiva a diverse finalita' garantendo ad intervalli stabiliti la diffusione regolare dei bollettini meteo, unico supporto alla navigazione e garanzia per tutti i naviganti di  quel tempo, salvaguardia delle vite umane in mare, traffico commerciale e traffico in generale di collegamento marittimo per tutte le navi in transito nell'Adriatico e Mediterraneo. E' da ricordare che fino al 1952 la Radiocostiera Sambenedettese, gestita dalla SIRM (Societa' Italiana Radio Marittima) era l'unica autorizzata a trasmettere e ricevere i fonogrammi dalle navi in transito. Questa delicata ed importante attivita' proseguira' fino all'avvento delle stazioni costiere istituite dal Ministero delle Poste e Telecomunicazioni,1953 circa, ed allora la Radiocostiera Sambenedettese cambio' il suo nome in SAN BENEDETTO DEL TRONTO PT RADIO comunemente chiamata da tutti   SAMBENEDETTORADIO.

 

Inizialmente il servizio radio veniva garantito da tre operatori che si alternavano a turni di otto ore ma, considerato il sempre piu' impegnativo lavoro da svolgere in stazione,  le sempre piu' frequenti richieste d' intervento tecnico, di manutenzione ed istallazione a bordo, gli operatori divennero quattro e successivamente cinque.

Riporto qui i nomi degli operatori della RADIOCOSTIERA SAMBENEDETTESE nella speranza di non dimenticare nessuno:

ELISEO BIANCO (direttore responsabile), FERNANDO BIANCO, NEREO GROPAIZ, ROMEO MERLINI , SERAFINO ROMANI, GIUSEPPE MOSCA (I6TIH), NICOLA GUIDOTTI, FAUSTO BOELLIS, VENANZIO PATRIZI, IMPERO BOELLIS e BRUNO RIEDLING.

Il  lavoro svolto da questi uomini era molto difficoltoso a causa dell' attenzione necessaria dovuta  all'ascolto della radio, ascolto reso difficile in quanto i pescherecci erano dotati di apparecchiature a sintonia continua, non quarzati quindi non facili da sintonizzare, veri residuati bellici recuperati e fatti funzionare alla meglio da quei pochi tecnici capaci, ma, e' bene ricordare che gli apparati in questione,  a quei tempi,  erano letteralmente "oro colato" e non tutti gli armatori potevano acquistarne uno. A rendere piu' ardua la ricezione era l'inesperienza del capitano o del direttore di macchina chiamato volgarmente  "motorista" che erano gli  unici responsabili della stazione radio di bordo.

IL PALAZZO P.P.T.T. DOVE SI TRASFERI'  IQP - SAN BENEDETTO RADIO NEL 1965  AL SECONDO PIANO      

Spesso alla radiocostiera di San Benedetto venivano inoltrate richieste di soccorso da parte di navi che operavano in Atlantico, nel Mar Rosso ed in Mediterraneo con particolare riferimento alle zone dell'isola di Lampedusa ove le richieste di assistenza medica dovute ad incidenti vari ed in moltissimi casi a gravi e frequenti infezioni tetaniche, richieste prontamente ricevute dalla Radiocostiera Sambenedettese, ritrasmesse alla Radiocostiera di Anzio che a sua volta contattava il CIRM (Centro Internazionale Radio Medico) di Roma che automaticamente subentrava con il proprio servizio che spesso si tramutava in veri e propri soccorsi intervenendo sul posto con mezzi dell'aeronautica. Tutto questo trambusto via etere veniva a verificarsi solo perche' la piccola, spesso sconosciuta e dimenticata Radiocostiera Sambenedettese, in quegli anni, grazie alla posizione strategica ed  alle efficenti filari, era l'unica a ricevere le comunicazioni dall'isola di Lampedusa (gli operatori dell'epoca raccontano che era normale comunicare con navi e pescherecci in transito nei pressi di Gibilterra ed oltre). Intere notti passate in cuffia davanti agli apparati in compagnia di una sigaretta, della notte blu scura e profonda e da quel sottofondo incessante, familiare suono dovuto al frangersi delle onde che in qualche caso, nel corso di interminabili tempeste, nelle fredde e lunghe notti invernali, lambivano la stazione radio. Lavoro laborioso ed impegnativo reso possibile grazie alla professionalita' e disponibilita' di tutti gli operatori, alle collaudate apparecchiature radio spesso rappezzate qua e la' da validi tecnici, dalle lunghe filari  in grado di ascoltare e trasmettere fin  la' dove altri non erano in grado di arrivare, come ricorda l'amico e collega Giuseppe Mosca I6TIH.

 

Nei periodi invernali era consuetudine fornire ai natanti informazioni relative alla nebbia, notizie di vitale importanza che consentivano di programmare in tutta fretta un rientro  in porto veloce e sicuro. Lo stesso I6TIH Giuseppe Mosca conferma che, spesso, quando qualche banco di nebbia si posava sulla cittadina e la sua permanenza coincideva con il rientro della flottiglia, l'unico sistema usato per avere la certezza di trovarsi davanti o nelle vicinanze del porto era quello dato dai fischi del treno in transito nella locale stazione ferroviaria e confermato via radio dalla Radiocostiera (l'entrata del porto di S. Benedetto del T. e' perpendicolare alla stazione ferroviaria), naturalmente il capitano doveva avere capacita' e fiuto e qui mi ritornano in mente i racconti di mio padre quando mi narrava che, prima della guerra, rientrando in porto a S. Benedetto in caso di fitta nebbia prendevano come "punto di riferimento" i forti effluvi emanati dalle foci dei fiumi Tronto distante dal porto un paio di miglia in direzione Sud o dal Tesino a circa un miglio a Nord. Certo, pensando ad oggi qualcuno non potra' fare a meno di sorridere  ma questa e' vita realmente vissuta dai nostri marinai che si sono misurarati con le dure leggi della natura che non consentiva errori ed ancor oggi raccontata dagli anziani del porto con i dovuti particolari, vere ed uniche memorie storiche a cui presto la massima attenzione e rispetto.

968 - IQP - SAN BENEDETTO PT  RADIO

L'OPERATORE VAGNONI ALLE PRESE CON LA LISTA TFC

 


 

Presso i locali della Radiocostiera c'era sempre un gran fermento, un via vai di armatori, pescatori, familiari dei marittimi che giornalmente e puntualmente vi si recavano per avere notizie, conoscere l'andamento della pesca, le condizioni dell'equipaggio, eventuali pericoli corsi e naturalmente per concordare il rientro in porto per poter programmare la vendita del pescato. Non passo' molto tempo che, qualche anno dopo, sempre via radio, gli operatori di Sambenedettoradio furono  anche testimoni diretti delle prime catture, veri e propri sequestri di motopescherecci Italiani da parte delle motovedette slave alla caccia dei nostri natanti che, molto spesso sconfinavano; di rocambolesche fughe notturne  dalle acque territoriali  Yugoslave da parte di audaci comandanti inseguiti dalle motovedette di Tito, di fucilate,  mitragliamenti e cannonate con feriti gravi, qualche volta ci scappava anche il morto. Queste situazioni si verificavano in quanto, a causa della grande pescosita' delle aree marine confinanti con le acque territoriali slave, spesso qualcuno sconfinava (?) e puntualmente si ritrovava alle "calcagna" la vigilanza costiera slava che non poteva intervenire in caso di cattivo tempo o durante le tempeste invernali ed allora............armatori consapevoli e comandanti

coscienti azzardavano la' dove la maggior parte non osavano. Tutto questo per poter lavorare e portare  a casa la "pagnotta", tenendo bene presente che, il mare, in quel tempo, era l'unica fonte di sostentamento per la stragrande maggioranza dei sambenedettesi compresa la mia famiglia. Grazie al progresso tecnico/scientifico di quegli anni, erano in tanti a possedere in casa un apparecchio radio sintonizzato sulla 1855 khz A.M., frequenza di lavoro della Radiocostiera e sovente capitava ai diretti interessati di seguire in prima persona le vicende dei marittimi. Era cosa comune camminare per le vie del centro cittadino ed  ascoltare a volume sostenuto le notizie che si scambiavano tra  loro i capitani dei pescherecci o i colloqui con gli armatori per concordare il rientro in porto. I6TIH - Giuseppe Mosca che ha vissuto quel periodo, racconta che gli  armatori, consapevoli di essere intercettati in ogni momento dai loro colleghi, rivali, nonche' concorrenti commerciali,  inventarono un cifrato per scambiarsi le notizie, naturalmente ogni motopeschereccio aveva il suo codice segreto evitando cosi' di  far conoscere tipo, quantitativo del pescato e rientro in porto e tutto cio' solo per  esigenze di mercato nella speranza di essere tra i primi all'asta ittica e conseguentemente avere la possibilita'  di un maggiore incasso.

IQP - SAN BENEDETTO RADIO – 1968
IQP - SAN BENEDETTO RADIO – 1968

Tutto questo era naturalmente possibile grazie alla disponibilita' degli operatori della Radiocostiera Sambenedettese che svolgevano un efficace ed indispensabile servizio.  Per queste qualita' alla Radiocostiera facevano capo tutti gli armatori della flottiglia Sambenedettese e delle localita' vicine, particolarmente le societa'  armatrici dei primi motopescherecci atlantici che oltrepassarono  Gibilterra tentando la grande fortuna sfidando l' Atlantico seguiti dalle grandi navi oceaniche degli anni 70 che venivano quasi monitorate via radio dalla partenza fino al raggiungimento delle zona di pesca dalla quale i comandanti fornivano giornalmente le coordinate nave avanzando richieste di ogni genere per le necessità di bordo: la messaggistica più importante era la trasmissione delle distinte del pescato agli armatori. 

Spesso questa modesta stazione radio, nelle ore notturne, era in grado di coprire distanze impensabili; comunicare con  navi Sambenedettesi in pieno Oceano Atlantico   usando l' AM (ampiezza di modulazione), era per quei tempi cosa non da poco.

Arrivo' il 1965 e lo Stato Italiano smise di finanziare la S.I.R.M.. Molte stazioni costiere vennero chiuse. Furono  lasciate aperte solo quelle di una certa importanza, per intenderci le stazioni radio dei principali porti della penisola come San Benedetto del Tronto, allora conosciuto da tutti come il primo porto italiano per la grande presenza di unità da pesca atlantiche, seguita da Mazara del Vallo e Porto Torres. Questa saggia decisione contribuì a rinforzare l’assistenza completa alla navigazione fornendo più appoggio e sicurezza a coloro che andavano per mare. Nello stesso anno Sambenedettoradio venne assorbita dal Ministero delle Poste e delle Telecomunicazioni ed inizio' a chiamarsi SAN BENEDETTO PT RADIO. Fu cosi' che la piccola e romantica stazione radio, posta in prossimità del porto quasi in riva al mare,  fu trasferita al secondo piano del nuovo stabile delle PP.TT., un palazzone sito in via Curzi 26 a S. Benedetto del Tronto, in pieno centro cittadino.

1949 –  GIUSEPPE MOSCA - I6TIH - A BORDO DI UNA  NAVE INTENTO A COLLAUDARE UN APPARECCHIO RADIO
1949 – GIUSEPPE MOSCA - I6TIH - A BORDO DI UNA NAVE INTENTO A COLLAUDARE UN APPARECCHIO RADIO

Qui furono sistemate le apparecchiature  riceventi e trasmittenti. Ricordo l'enorme traliccio che svettava  sulla sommità dello stabile  con le sue lunghe filari poste in ogni quadrante.  Riporto per quello che mi e' possibile i nomi degli operaori che hanno prestato servizio a SAMBENEDETTO PT RADIO sperando sempre  di non dimenticare nessuno:

ANTONIO CARMINUCCI i6YB-(DIRETTORE), MOSCA GIUSEPPE i6TIH, PAPETTI, FERNANDO BIANCO, BOELLIS IMPERIO, SPINA, GROPAIZ NEREO, ROMANI SERAFINO, VAGNONI, VARAGNOLO, PATRIZI PIER VENANZIO, GUIDOTTI NICOLA ed altri di cui il collega I6TIH Giuseppe Mosca non ricorda piu' i nomi.

Nello stabile di via Curzi Sambenedettoradio vi rimase per oltre ventanni. Essendo io un radioamatore telegrafista, spesso, passando in quella via, non potevo fare a meno di lanciare uno sguardo alle antenne ed alle vetrate della Stazione Radio, specialmente di notte quando l'unica luce a trapelare in tutto lo stabile era quello della sala radio. Di frequente, tornando a casa all'imbrunire, incrociavo lo sguardo di qualche operatore affacciato alla finestra con in mano una sigaretta accesa forse in attesa del turno, forse in uno dei pochi momenti di riposo. Vorrei poter raccontare con dovizia di particolari gli ultimi anni di IQP, i suoi ultimi operatori nonchè le attrezzature in dotazione ma al momento non mi e' possibile.

Localita' Montesecco e le antenne di  IQP Sambenedettoradio che dominano il porto e la citta' di    San Benedetto del Tronto

 

Gli anni passarrono velocemente, arrivo' il 1987 e questa radiocostiera sita nel centro cittadino fu chiusa, o meglio parzialmente chiusa. Trasferita per esigenze tecniche nella vicinissima Grottammare , 1 km da San Benedetto, in localita' Montesecco a circa 200 mt. slm. fu dotata di due ricetrans Telettra HF L 1010 da 450 W, uno per la 1855 khz ed uno per la 2182 khz e due antenne che svettano tutt'ora sulla sommita' della collina dominando l'intera vallata del fiume Tesino, la citta' di San Benedetto del Tronto ed il suo porto. Le due verticali di grosse dimensioni sono munite alla base di accordatore automatico ed hanno sempre fatto egregiamente il loro dovere fino ad oggi, tutto naturalmente telegestito da IAR Roma Radio. I Telettra 1010 hanno operato ininterrottamente fino al 2008 e sostituiti per vetusta' recentemente con due nuovi  transceiver SUNAIR RT 9000 da 125 W affiancati da due aplificatori solid state SUNAIR LPA 9600 da 1 kw, un tandem di apparecchiature azzeccato come si vede nelle foto qui riportate tratte dal WEB. Sambenedettoradio e' stata per mezzo secolo un punto di riferimento in Adriatico per tutta la marineria locale e  tutte le navi che hanno transitato in questo tratto di mare fino all'avvento del telefono cellulare che ha stravolto le comunicazioni marittime, noi compresi.

 

 

                                                  Antenne ed apparati HF di IQP

 

Oggi  IQP - San Benedetto Radio - e' gestita a distanza  da IAR - Roma Radio - che controlla le seguenti stazioni costiere:

 

 

IQX Trieste Radio                                 2624 kHz

ICB Genova Radio                                 2672 kHz

IPD Civitavecchia Radio                       1888 kHz

IPL Livorno Radio                                 2591 kHz

IDC Cagliari Radio                                 2680 kHz

IPA Ancona Radio                                 2656 kHz

IQP San Benedetto del Tronto Radio 1855 kHz

IZN Porto Torres Radio                       2719 kHz

 

LOCALITA' MONTESECCO E LE ANTENNE DI IQP       SAN BENEDETTO DEL TRONTO PT RADIO
LOCALITA' MONTESECCO E LE ANTENNE DI IQP SAN BENEDETTO DEL TRONTO PT RADIO

Per tutte le informazioni e le foto relative alla nascita della Radio Costiera Sambenedettese si ringrazia gli ex operatori di SAMBENEDETTORADIO - IQP,  Giuseppe Mosca I6TIH,  Antonio Carminucci i6YB in seguito divenuto i6CJL e Lelio Speranza nipote di quel Marcucci di Milano noto in ambito radioamatoriale, tutti al di sopra degli anni ottanta, tutti disponibili e particolarmente attenti alla mia ricerca sulle origini di questa piccola ma grande stazione radiocostiera che ha occupato sulla terra,  sul mare e nel tempo,  un posto di tutto rispetto.

 

 

I6HWD-Domenico Caselli

per ricordare un grande passato e con esso un gruppo di uomini che con pochi mezzi hanno fatto questa grande storia.

 ....amare e ricordare il grande passato di SAMBENEDETTORADIO e di tutti i suoi operatori....

 

 

 

 

 


 

ICS - STAZIONE RADIO DEI CAPPUCCINI

(da non confondere con la Stazione di Monte dei Cappuccini di Ancona)

ICS - St. Radio Marina Militare "collina dei Cappuccini"  di Spezia
ICS - St. Radio Marina Militare "collina dei Cappuccini" di Spezia
Il faro ed il semaforo di Monte Cappuccini ad Ancona in una foto dei primi del '900
Il faro ed il semaforo di Monte Cappuccini ad Ancona in una foto dei primi del '900
ATTUALE FARO
ATTUALE FARO
M.CAPPUCCINI - FARO
M.CAPPUCCINI - FARO

 

 

 

Alla Spezia, il 25 marzo 1997 dopo circa cinquant’anni di servizio, la Stazione Radio Costiera della Marina Militare, detta “dei Cappuccini”, vedeva la Cerimonia di chiusura.
La telegrafia era ormai definitavamente stata messa da parte e nuove tecnologie avevano preso il suo posto.
Inoltre il sito non era più ritenuto idoneo alle attuali esigenze di comunicazione della Marina Militare e nel frattempo nuovi e più moderni impianti erano stati allestiti.
Questa stazione radio era stata per mezzo secolo una presenza importante per la città e per il suo paesaggio: i tralicci e le antenne svettavano sul colle più alto sopra l’abitato cittadino ed erano visibili da lontano.
Colpirono la mia fantasia fin dalla prima adolescenza, quando incominciai ad interessarmi del “misterioso” mondo della radio e spesso vi volgevo lo sguardo, cercando di immaginare gli apparati che vi si trovavano e che percepivo di livello e potenza infinitamente superiori alle “trappole” che intanto cercavo, con alterne vicende, di costruire e far funzionare.
Ogni tanto la sua presenza si faceva sentire anche “dentro” la radio casalinga e quei segnali morse, potenti e ritmati, accendevano ancora di più la mia fantasia.
Poi imparai il CW e riuscii a decifrare gli “avvisi ai naviganti”, i bollettini meteo e le comunicazioni circolari emesse per la sicurezza della navigazione. Per circa trent’anni della mia carriera radiantistica ICS fu il “simbolo” delle radiocomunicazioni.
Poi la chiusura e, chissà, l’oblio.

 

Giuliano SANDAL I1SAF INORC #391

 

 

 

 

           GENOA QUALTO AL MARE

GENOA QUALTO ICB
GENOA QUALTO ICB
Genoa Monte Righi Castellaccio Sala trasmissione di  Genoa-Radio/ICB  anno 1950
Genoa Monte Righi Castellaccio Sala trasmissione di Genoa-Radio/ICB anno 1950
Stazione ricevente di Genoa-Radio/ICB anno 1950
Stazione ricevente di Genoa-Radio/ICB anno 1950
Sala ricezione di Genoa-Radio/ICB anno 1950 – ricevitore Allocchio-Bacchini
Sala ricezione di Genoa-Radio/ICB anno 1950 – ricevitore Allocchio-Bacchini
IGG MARITELE GENOVA
IGG MARITELE GENOVA

 

 

 

 

SCOPERTO UN TELEGRAFO OTTICO BORBONICO A RIPOSTO (CT)

 


Sui libri di scuola si legge tutt'oggi che il Regno delle Due Sicilie era una nazione oscurantista, arretrata e illiberale, un paese dove le poche risorse economiche provenivano dall'agricoltura sempre osteggiata dal peggiore dei feudalesimi baronali, mentre l'istruzione pubblica era praticamente inesistente al contrario della polizia borbonica, la quale reprimeva in maniera feroce ogni minimo gesto di ribellione

Un bel quadretto non c'è che dire, peccato che è tutto assolutamente falso e le prove sono sotto gli occhi di tutti, a volte ci abitiamo dentro, a volte ci preghiamo, a volte ci andiamo a lavorare, si tratta delle innumerevoli infrastrutture che i Borbone ci hanno lasciato e tra queste si erge la meravigliosa "Rete telegrafica del Regno delle Due Sicilie"

Grazie al rinvenimento di un antica mappa "indicante le linee telegrafiche nel Regno delle Due Sicilie" risalente al 1860, ci siamo resi conto che il Sud Italia aveva una rete di telecomunicazioni veramente imponente.

Nella sola Sicilia erano presenti più di 100 stazioni telegrafiche elettriche(linee e punti rossi) che collegavano in maniera capillare tutte le citta più importanti.

A supporto del telegrafo elettrico, vi era un sistema di emergenza, il cosiddetto telegrafo ottico o visuale (linee e punti neri), una invenzione di fine '700 dell'abate francese Chappe, che grazie alla comunicazione visiva (tramite delle aste) permetteva ai telegrafi adiacenti di comunicare.

Il sistema di emergenza entrava in funzione ogni qualvolta vi era un guasto alla linea elettrica.

 

Ma un altro indizio che dice parecchio sullo stato di avanzamento della tecnica nel Regno, ce lo da ancora la cartina telegrafica della Sicilia, le due linee rosse che attraversano il Canale di Sicilia rappresentano i cavi telegrafici sottomarini che collegavano la Sicilia, tramite Marsala e Pozzallo, a Malta.

 

Un altra linea sottomarina, non visibile dalla mappa siciliana, collega la città di Otranto a Valona, e dalla città albanese proseguiva la linea aerea per Costantinopoli (Instanbul).

Durante il Regno delle Due Sicilie possedevamo dunque anche la tecnologia per la posa dei cavi nelle profondità dei mari.

Un'altro fattore che ci ha colpiti positivamente è stata la precisione con cui la mappa telegrafica è stata disegnata, che non sfigura accanto alle moderne cartine geografiche computerizzate, ma soprattutto l'uso del colore (azzurro, rosso e nero) assolutamente una rarità per l' 800, che ne fa un oggetto molto pregiato, soprattutto se confrontato con le cartine degli altri stati pre-unitari, poco dettagliate e sempre monocromatiche.

Per effettuare questa ricerca ci siamo serviti, oltre che della cartina, del programma "Google Earth" che ci ha permesso di individuare il punto esatto tramite la foto satellitare oltre che l'indirizzo.

La struttura databile nella prima metà dell'800 risulta abbandonato ed in vendita, anche se da un sopralluogo effettuato, sono visibili i segni di un uso abitativo recente.

Oltre a servire da stazione per le telecomunicazioni, lo stabile era adibito all'alloggio degli "uffiziali interpreti" che presidiavano il telegrafo.

Sul pavimento della torretta è stato rinvenuto un capisaldo della marina militare, di epoca fascista, che dimostra come il punto fosse strategico dal punto di vista panoramico, infatti è collocato nell'unica zona in cui è possibile vedere contemporaneamente sia Acireale che Taormina(luoghi in cui si trovano i telegrafi adiacenti).

I capisaldi venivano piazzati per fare i calcoli trigonometrici per la realizzazione delle cartine topografiche civili e militari, dove oggi si trova il "tappo" del capisaldo, fino alla fine dell'800 sbucava l'asta del telegrafo ottico.

Si legge: Istituto idrografico della Marina Militare - proibito danneggiare - legge 3/6/1935

 

Per chi volesse visitare la stazione telegrafica borbonica, l'indirizzo è Via degli Olmi, fraz. di Archi (Riposto)

 

 

 

 

Questo è l’edificio attuale di Punta d’Olmo in cui si vede l’antica Torre Telegrafica  inglobata da una struttura abitativa, ora abbandonata. Che il punto fosse importante lo dimostra il capisaldo della Marina Militare tutt’ora esistente sulla torretta.

 

 

 

 

   ex. Stazione Radio di Palombara IGJ 

      ora Centro Telecomunicazioni M.M. Augusta  

 

 

 

 

 

 

               MARITELE IDP - CAGLIARI

 

 

 

 

            Società Italiana Radiomarittima

 

La SIRM-Società italiana radiomarittima SpA- era una società controllata dalla STET, il suo capitale sociale era infatti detenuto dall' Italtel Sistemi SpA (76%) e da Italcable (21%), società entrambe controllate dalla STET.

Era nata il 30 luglio 1927. La società era una concessionaria per l'impianto, l'esercizio e la manutenzione di stazioni radioelettriche a bordo di navi e per la gestione amministrativa del traffico radioelettrico delle navi. Commercializzava anche apparati di telecomunicazione e aiuto alla navigazione. Nel 1993 il fatturato della SIRM è stato pari a circa 40 miliardi di lire. Nel 1994 confluì nella nascente Telecom Italia.

Nel 2006, l' unità di Business Servizi Radiomarittimi e di Assistenza alla navigazione viene rilevata da ITS - Information Technology Services S.p.A. che ne fa un’ azienda del suo gruppo.

 

S.I.R.M.
S.I.R.M.

 

 

 

 

   Stazione Costiera Radar Favignana

                                    Marina Militare Italiana

 

 

 

 

 

 

STAZIONE RADIO AERONAUTICA MILITARE

                SAN FELICE CIRCEO

 


STAZIONE RADIO S.FELICE CIRCEO
STAZIONE RADIO S.FELICE CIRCEO

 

 

 

            CASTELLO DI PUNTA TROIA

 

 

Il castello di Punta Troia, a Marettimo nelle isole Egadi, fu costruito intorno all’827. Nacque come torre di avvistamento e divenne castello nel 1140 sotto la dinastia di Ruggero II. Durante la rivoluzione francese fu prigione mentre nella seconda guerra mondiale divenne stazione telegrafica (ancora oggi si possono notare i resti dei pali del telegrafo) e vedetta di avvistamento. Alla fine della guerra il castello fu abbandonato.

CASTELLO DI PUNTA TROIA
CASTELLO DI PUNTA TROIA

 

 

 

          

 

         CAPO DI SANTA MARIA DI LEUCA


Estrema punta della penisola Salentina viene bagnata dal mare Ionio. Era sede di una stazione radio telegrafica. Vi è un faro alto 47 m e il Santuario omonimo.

CAPO S.MARIA DI LEUCA
CAPO S.MARIA DI LEUCA

 

 

 

Aeroporto M. Gallo: Stazione Radiotelegrafica e Servizio Radio

Nei primi anni del '900,prima dello scoppio della I Guerra Mondiale, a meno di un chilometro dell'aereoporto sanvitese, in direzione brindisi, sulla SS 16, in contrada Brancasi Nuova, vi era una grande ed importante Stazione Ricetrasmittente di pertinenza della Regia Marina.
Tale stazione radio era, all'epoca, una delle più grandi d'Europa e si lavorava continuamente per tenerla efficiente. Il 18 novembre del 1936 la sua gestione era ormai del neo Ministero dell'Aereonautica che si adoperò per aumentare

la capacità di ricetrasmittenza per far fronte ad urgenti ed indifferibili necessità militari.
La linea elettrica aerea fu potenziata fino a 18.000 V e la diramazione della linea arrivò a 2.875 Km.
Successivamente, alle spalle degli hangar dell'aereoporto militare sanvitese Maurizio Gallo, fu costruita un'altra stazione radiotelegrafica, dotata di apparecchiature complesse che garantivano continuamente un ottimo servizio necessario al funzionamento del campo.
Tutte le apparecchiature in uso in essa erano delle più sofisticate ed all'avanguardia perchè tutta la stazione era costantemente mantenuta al passo col progresso tecnologico che si sviluppava nel settore delle telecomunicazioni del tempo.
All'ingresso dello stesso aereoporto vi era anche una stazione radiogoniometrica.

Oggi, dopo vari adempimenti burocratici e passaggi di mano, la Marina Militare, dopo aver demolito tutto quello che c'era della vecchia stazione (tralicci, bunker, fabbricati...)ha costruito la grande caserma "Ermanno Carlotto" in cui ha sede la scuola per la formazione del personale del Battaglione San Marco.

 

 

AEROPORTO SAN VITO - MAURIZIO GALLO
AEROPORTO SAN VITO - MAURIZIO GALLO
CASERMA CARLOTTO SEDE DELLA SCUOLA PER LA FORMAZIONE DEL PERSONALE DEL BATTAGLIONE S.MARCO
CASERMA CARLOTTO SEDE DELLA SCUOLA PER LA FORMAZIONE DEL PERSONALE DEL BATTAGLIONE S.MARCO

 

 

 

 

       Stazione Radio Base S.P.

 

                  Monteroni - Lecce

 

 

 

 

Il 15 dicembre 1911 Guglielmo Marconi giunse a Tripoli per collaudare i collegamenti con la nuova stazione R.T. di Coltano (vicino Pisa) da lui da poco allestita, cosa che aveva già fatto a novembre dalle altre colonie italiane: in Eritrea Coltano-Massaua e in Somalia Coltano-Mogadiscio.

STAZIONE RT MASSAUA E PARCO ANTENNE
STAZIONE RT MASSAUA E PARCO ANTENNE
STAZIONE RADIOTELEGRAFICA DI  MASSAUA
STAZIONE RADIOTELEGRAFICA DI MASSAUA
SCUOLA  SPECIALIZZATI  TRASMISSIONI   S. GIORGIO A CREMANO   -   SEDE  DEI CORSI RT PER L'ESERCITO  FINO AL 3 MAGGIO 1991
SCUOLA SPECIALIZZATI TRASMISSIONI S. GIORGIO A CREMANO - SEDE DEI CORSI RT PER L'ESERCITO FINO AL 3 MAGGIO 1991

 

 

     Antico semaforo e stazione radio di Capo Figari

 

È in questo angolo incantato della Gallura che Guglielmo Marconi sperimentò e perfezionò le sue scoperte scientifiche: nel vecchio semaforo della marina militare, risalente ai primi del 1900, l'11 agosto 1932 Guglielmo Marconi sperimentò e perfezionò le sue scoperte scientifiche proprio a Golfo Aranci, qui avvenne la prima comunicazione Morse attraverso il mare. L'11 agosto 1932 sperimentò l'invio di segnali a onde corte per radiocomunicazioni riuscendo a collegarsi con Rocca di Papa, a Roma, nel vecchio semaforo della Marina Militare, risalente ai primi del 1900, a 340 metri di altezza. Da qui avvenne la prima comunicazione morse attraverso il mare effettuata da Guglielmo Marconi. Una geniale intuizione che cambiò il futuro dell'umanità.
Il sito fu utilizzato anche nella seconda guerra mondiale come osservatorio.

Anche qui, come in tante altre parti dell’Italia, c'è un pezzo di storia da salvare. In questo luogo c’è un passato che si sta sgretolando lentamente dall’incalzare del tempo e dell'abbandono.

L’immobile dell’ex Stazione semaforica situato sul promontorio di Capo Figari è costituito da un fabbricato con torretta semicircolare, ex semaforo e fabbricato adiacente destinato ad ex alloggi Sottufficiali, edificato in periodo bellico per esigenze militari, si raggiunge dal centro abitato di Golfo Aranci mediante una strada sterrata con forte pendenza, circa 5 Km, circondata da vegetazione di macchia mediterranea e con vista panoramica sul golfo di Olbia.

Purtroppo oggi quel sito è ridotto a un rudere. Travolto dall'anonimato e finito nelle grinfie della fatiscenza: I muri diroccati e scrostati, il tetto pericolante, i pavimenti ricoperti di cumuli di macerie. Una struttura abbandonata ed a rischio di crollo. Nessuna traccia di ciò che è stato e tutto è caduto ormai nell’oblio. Nessuna traccia di ciò che fu.

 

Il giorno10 agosto 1932 la nave Elettra si diresse sulla congiungente Rocca di Papa-Golfo Aranci, ad un punto posto a 63 km da Rocca di Papa e fece quindi rotta per Golfo Aranci. I segnali morse si ricevettero immediatamente, alle 13h 15' circa, con forma massima, e si mantennero sempre buoni fino alla portata ottica di Rocca di Papa. Oltrepassata tale distanza e durante tutto il periodo precedente e successivo al tramonto, i segnali presentarono alternative di rafforzamento e di attenuazioni.. Alle 22h circa il rafforzamento fu più deciso ed alle 22h 15' circa, a 193 km di distanza da Rocca di Papa, cioè a portata doppia di quella ottica della suddetta stazione, la ricezione risultò ottima. La segnalazione Morse nitida e distinta, con tonalità musicale, era tale da far ritenere possibile un servizio regolare ad alta velocità. Alle ore 0h 15' circa a 224 km i segnali erano appena percettibili e poi scomparvero. Il mattino del giorno 11.8.1932 il riflettore ricevente fu trasportato nel semaforo di Capo Figari (quota 340 m) sistemato sulla terrazza in direzione di Rocca di Papa. Alle 16h circa dello stesso giorno da Rocca di Papa iniziava la trasmissione. Dopo qualche regolazione i segnali vennero immediatamente ricevuti a Capo Figari, sebbene non troppo forti. Alle 18h circa, i segnali aumentarono gradualmente d'intensità. La segnalazione telegrafica risultò chiarissima e nitida e la radiotelefonia chiara ad intervalli. Fino alle 19h 20' circa i segnali si mantennero abbastanza buoni. Il vento al semaforo era fortissimo da nord-est, il tempo chiarissimo, l'atmosfera piuttosto umida. Il riflettore era soggetto a vibrazioni, che però non sembrarono influire sulla regolazione. Verso il tramonto si notarono le solite variazioni d'intensità, apparve abbastanza chiaramente che, all'atto della sparizione del disco solare dall'orizzonte, i segnali subivano una forte attenuazione. Dopo il tramonto i segnali si mantennero più deboli che nelle ore di luce. Ad intervalli, fu intelligibile sia la radiotelefonia, sia il servizio telegrafico, sebbene con qualche difficoltà. Le esperienze ebbero termine verso la mezzanotte. Il Trasmettitore installato a Rocca di Papa era composto da quattro oscillatori Barkhausen Kurz a due valvole, situati direttamente dietro cinque Riflettori parabolici ad asta di rame. Misure calorimetriche avevano provato che ciascun oscillatore usato aveva una potenza di irradiazione di 3,8 watt, sicché l'irradiazione totale dei quattro oscillatori risultava essere di circa 15 watt, più il guadagno dei riflettori che si aggirava sulle 40 volte circa. Il ricevitore, disposto prima sulla poppa della nave Elettra, e successivamente trasportato nel semaforo di Capo Figari, era dotato di valvole del tutto simili a quelle del trasmettitore, ed era inoltre provvisto di riflettore a elemento parabolico unico. In definitiva il trasmettitore ed il ricevitore erano chiusi in scatole metalliche separate, poste immediatamente dietro il riflettore, l'una a fianco dell'altra, dalle quali uscivano le coppie dei fili facenti capo ai dipoli hertziani. Questi dipoli (da due a quattro per il trasmettitore ed uno per il ricevitore) avevano una lunghezza di circa 12 cm. disposti orizzontalmente sul prolungamento l'uno sull'altro a qualche centimetro di distanza sulla linea focale del cilindro parabolico riflettore. Le sorgenti di energia necessarie per l'alimentazione delle lampade erano situate a distanza dal riflettore e le correnti venivano portate alle valvole con fasci di conduttori flessibili.


Il ponte radio di Capo Figari è ancora oggi ricordato, e non solo dagli storici, proprio per i primi esperimenti e la messa a punto dei ricetrasmettitori a onde corte e ultracorte che aprirono la strada a successive scoperte come il radar, la televisione, il cellulare.

All'ex semaforo si arriva percorrendo una stradina sterrata che s'inerpica fin lassù per una decina di chilometri, attraversando l'area naturale protetta di Capo Figari, che guarda fiero verso il mare.

FARO su CAPO FIGARI

Per la sua collocazione che domina tutto il golfo e gran parte del braccio di mare, l'altezza del colle (340 m.slm.) e la sua accessibilità, fin dalla metà del 1800 la cima di Capo Figari rappresentava un punto strategico per le indicazioni navali, legate anche agli scopi commerciali, di pesca e della estrazione della calce. Proprio sulla cima quindi si costruì un faro di controllo e una piccola casetta per il suo guardiano, poi diventate un costrutto maggiore anche con cisterne per l'acqua destinate a militari che gestirono la locazione.
Nel 1932 dovo prove sperimentali su breve distanza, Guglielmo Marconi decise di realizzare un esperimento su lunga distanza (300 km circa) per la trasmissione in microonde usando proprio il faro di Capo Figari come testa di ponte con Rocca di Papa (Roma) installando il ricevitore sulla terrazza dell'osservatorio a circa 750 m.slm. L'esperimento ebbe un successo clamoroso, che confermò i risultati già ottenuti con esperimenti durante la navigazione verso Golfo Aranci, usando la nave Elettra.
Una volta installato il riflettore su Capo Figari, la mattina e tutto il giorno dell'11.8.32 i segnali furono ricevuti in maniera chiara ma non forti, subendo variazioni in chiarezza e intensità durante la giornata fino alla serata. Le comunicazioni risultarono in ogni caso sufficientemente chiare e nitide da non perdere i dati trasmessi.
Tale posizione ottimale per le trasmissioni è stata confermata anche in seguito, sia dalla marina militare con l'uso di radiofari sia attualmente dall'insistere di ripetitori per telecomunicazioni.

 

 

 

 

 

              VEDETTA CAPO FIGARI

 

UN RUDERE DI CAPO FIGARI
UN RUDERE DI CAPO FIGARI

 

 

 

 

                L’OROLOGIO DEL SILENZIO

 

L’"orologio del silenzio" era installato nelle stazioni radio di bordo e di terra. La lancetta dei minuti quando era posizionata nei settori rossi sollecitava il marconista ad ascoltare obbligatoriamente le eventuali chiamate di soccorso. Per 3 minuti ogni quarto d’ora cessavano tutte le trasmissioni, in telegrafia dal 15° e 45° minuto di ogni ora, settore rosso, in fonia dai minuti 0 e 30, settore  verde.

La frequenza di ricezione era la 500 Khz per la telegrafia e 2182 Khz per la fonia.